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ottobre 08, 2018

Intervista a... Fiore Manni

Ebbene sì, finalmente posso pubblicare questa bellissima intervista a Fiore Manni fatta in occasione di Pordenonelegge. Ringrazio tantissimo sia Fiore che Claudia (della CE Rizzoli), che mi hanno permesso di ritagliare una mezz'oretta di tempo per realizzare questa breve intervista. Abbiamo chiacchierato principalmente sul libro "Jack Bennet e la chiave di tutte le cose", pubblicato appunto dalla Rizzoli Editore, di cui potete trovare la mia recensione QUI.
Pronti?

D- Sei una conduttrice tv, una cosplayer, una disegnatrice ed una scrittrice, insomma un'artista a tutto tondo. In quale di questi ruoli ti sei trovata più a tuo agio e perché?

R- La scrittrice! Si tratta di qualcosa che ho scoperto recentemente proprio scrivendo Jack, è un po' come se avessi trovato me stessa. Mi sono nascosta molto bene, ma alla fine sono riuscita a trovarmi.

D- Cosa ti ha spinta a scrivere un romanzo?

R-Quando Giacomo Bevilaqua, autore di "A panda piace", ha letto per la prima volta Jack, lo ha commentato dicendo che ha proprio percepito un'esigenza nel raccontare una storia. E in effetti gli ho dovuto dare ragione perchè non è che un giorno mi sono seduta un giorno e mi sono detta "ah, oggi scrivo un romanzo per ragazzi". È successo che un giorno sono tornata a casa e mi sono messa al computer a scrivere Jack con l'idea di qualcosa che potesse far sorridere mia madre perché stava affrontando un periodo molto difficile dopo la perdita di mia nonna. Io ho pensato di scrivere qualcosa di buffo e di divertente per farla ridere.

D- È stato difficile scrivere un romanzo per un target di ragazzini dai 10 anni in su?

R-In realtà è stata la cosa più facile che io abbia fatto in tutta la mia vita. È stata proprio la prima volta in cui non mi sono dovuta sforzare per fare qualcosa e mi è sembrato che fosse riuscito bene al primo tentativo. Poi naturalmente la prima stesura è molto diversa da quello che è ora il libro. Basta pensare che la prima stesura del libro è del 2014 ed è successo che poi quasi due terzi del romanzo li ho completamente riscritti quando ho cominciato a lavorare con Rizzoli. Jack di base c'era già, ho dovuto solo cambiare quelle parti che stilisticamente sono rimaste un pochino indietro dato che comunque sono passati un paio di anni dalla prima stesura.

D- Quindi è stato un percorso abbastanza facile?

R- Sì. Quando mi chiedono infatti da dove ho preso l'ispirazione per scrivere questo romanzo, io rispondo che è stato come aprire un rubinetto. La storia è uscita praticamente da sola e non mi sono dovuta sforzare per niente. Anche i personaggi, sono apparsi che avevano già la loro personalità e tutto, quindi in realtà ho fatto ben poco. 

D- C'è qualche autore a cui sei particolarmente affezionata o che ti accompagna da quando sei bambina? Prima hai citato Bevilacqua..

R- Con Bevilacqua siamo amici, ci siamo conosciuti tramite amici comuni e poi ho recuperato tutte le sue opere.
Di autori che mi accompagnano direi J.K. Rowling per prima, poi Roald Dahl e Terry Pratchett e poi anche Neil Gaiman. Però anche Neil Gaiman l'ho scoperto tardi nel 2014 perché prima lo conoscevo solo per "Sandman".

D- Entrando proprio nel mondo di Jack, prima hai detto che Jack come personaggio è nato da solo o comunque c'è qualcosa che ti ha dato l'ispirazione.

R- L'ispirazione penso sia stata mia madre, perché se non ci fosse stato quel periodo difficile probabilmente non lo avrei scritto. Però come ti dicevo prima Jack si è presentato già così, già c'era, quindi penso che in qualche modo prima o poi si sarebbe ripresentato.

D- Qual è la tua scena preferita o quella che ti sei divertita maggiormente a scrivere?

R- Il mondo dei pappagalli, è quello che è più divertente.

D- Hai svolto anche molte ricerche per riuscire a trovare le diverse tipologie di pappagalli?

R- Oh sì. Sono stati due giorni di ricerche forsennate su Wikipedia.. no scherzo, su vari siti che si occupano di pappagalli. Me li sono studiati tutti per scegliere il Cacatua gang gang, il Nestor.. ho fatto una grande ricerca. In realtà quando mi sono imbattuta nel nome "Cacatua gang gang" ho pensato che fosse troppo buffo come nome, l'ho googlato ed ho visto l'immagine di questo pappagallo con il ciuffo rosso ed ho pensato che fosse troppo buffo e che lo dovevo assolutamente inserire nel libro.

D- Personalmente mi è piaciuto molto il finale, specialmente quando Jack si rende conto che pur essendo tornato al punto di partenza, ovvero alla fabbrica della carta, qualcosa è cambiato. Lì comprende che non è la fabbrica ad essere cambiata, ma lui. Ci sono tante qualità che Jack possiede: intelligente, di buon cuore, coraggioso,.. se dovessi trovare un difetto a Jack quale sarebbe?

R- Jack naturalmente non crede molto in sè stesso, sicuramente questo è un suo grande difetto. Dovrebbe cercare di amarsi un po' di più e cercare di vedersi come lo vedono gli altri. Mi hanno fatto notare che io e Jack abbiamo molte cose in comune, pur non volendolo. Questa è la prima cosa che mi viene in mente, poi forse anche il fatto che è un pochino troppo buono e troppo ingenuo.

D- Sì, questi difetti li ho pensati anch'io e mi son detta: prima o poi gli si ritorcerà contro tutto questo buon cuore. Il finale comunque è abbastanza aperto, c'è già un seguito in lavorazione o è un'avventura che finisce qui con un unico viaggio?

R- È un'avventura che appunto inizia e finisce, ma che appunto ha un finale aperto, quindi chissà..

D- Descrivi il tuo libro in tre parole a chi ancora non lo ha letto.

R- Bizzarro, divertente e avventuroso.

D- C'è qualcosa che vorresti che le persone sapessero di questo libro?

R- Che domanda difficile. Vorrei che sapessero che Jack ha davvero moltissimi piani di lettura e che veramente tantissimi messaggi diversi e che si possono godere solo con la lettura di questo romanzo. Quindi spero davvero che le persone possano leggerlo per cogliere tutte le sfumature della storia.

D- Come se in ogni mondo che Jack visita ci fosse una nuova sfumatura di Jack.

R- Sì esatto. Tantissimi messaggi e sotto-messaggi che possono stupire il lettore.



Bene ragazzi e questa era la mia breve ed impacciatissima intervista a Fiore Manni, che non ringrazierò mai abbastanza per il tempo che mi ha dedicato.
Vi ricordo ancora una volta di passare anche dalla mia recensione del libro e spero che vi sia piaciuta. La prossima volta vedrò di fare molte più domande. 

settembre 29, 2018

Jack Bennet e la chiave di tutte le cose - Fiore Manni

Ed eccola la recensione legata al Pordenonelegge di quest'anno. Come ho ribadito più volte nei post dedicati a questa manifestazione, ho avuto i tempi un po' stretti e, detto in tutta onestà, non ho trovato molti incontri relativi ad autori fantasy. Un vero peccato u.u. Come sempre spero nell'anno prossimo in qualcosina in più, ce ne sono tanti di autori fantasy, sia italiani che stranieri quindi non capisco come questo genere di letteratura sia ancora così poco tenuta in considerazione in questa manifestazione. Detto ciò, passiamo alla recensione vera e propria del libro che ho letto per realizzare la mia unica intervista di Pordenonelegge 2018, ovvero Fiore Manni.

Titolo: Jack Bennet e la chiave di tutte le cose
Autrice: Fiore Manni
Anno di pubblicazione: maggio 2018
Casa editrice: Rizzoli Editore
Genere: avventura, narrativa per ragazzi

Trama:

Jack Bennet è un bambino di dieci anni come tanti altri, forse solo un pochino più basso e più magro della media. Ogni mattina si alza, si avvolge intorno al collo la lunga sciarpa a righe azzurre che gli ha lasciato suo padre ed esce per le fumose vie di Londra. Come molti ragazzi del suo tempo lavora in fabbrica, perché la mamma è malata, e in famiglia non c'è nessun altro che possa provvedere a loro. Una mattina, sulla strada del lavoro, Jack incontra un curioso personaggio che pare sbucato dal nulla; un uomo del tutto fuori luogo, con il suo elegante completo viola nel bel mezzo della grigia città. Jack lo osserva incuriosito e lo saluta educato, poi lo ascolta con attenzione. E fa bene, perché la più grande delle avventure può cominciare in un giorno qualunque. L'uomo gli consegna una chiave, e con quella Jack inizia a viaggiare per mondi sconosciuti e bislacchi, dove incontra pappagalli tipografi, libri magici per tutte le occasioni, navi pirata, una ragazzina spavalda ma non troppo, un drago che sputa vapore e colleziona tesori. E molto, molto altro.

settembre 24, 2018

Pordenonelegge 2018 - Il lato giallo

Eccoci al secondo appuntamento dedicato agli incontri di Pordenonelegge. Quest'oggi vi propongo un salto nel genere thriller e giallo ^^. Sono riuscita a partecipare a due incontri su questi temi; uno è stato quello di Jeffery Deaver e l'altro quello di Giovanni Di Giamberardino e Costanza Durante.

Iniziamo con l'incontro con Deaver. Notissimo thrillerista, di cui ho letto tempo fa "La dodicesima carta", durante il mio periodo in cui leggevo solo romanzi di investigazione.
Deaver è venuto a Pordenonelegge per presentare il suo nuovo romanzo intitolato "Il taglio di Dio"

Trama:
Diamond District, Manhattan. Jatin Patel, maestro tagliatore di diamanti, giace esanime sul pavimento del suo laboratorio. Pochi metri più in là, una giovane coppia di fidanzati. Hanno caviglie e polsi legati, la gola tagliata. La scena che la squadra di Lincoln Rhyme si trova di fronte, un sabato mattina qualunque nelle stanze della Patel Designs, ha tutti i numeri della classica rapina finita male. Ma per Amelia Sachs qualcosa non torna. I diamanti lavorati non sono stati portati via, e l'assassino si è accanito sulle vittime con una brutalità che suggerisce un movente diverso. Per sposare definitivamente la tesi che dietro all'omicidio si nasconda altro, basta leggere il messaggio sgrammaticato e delirante che il killer ha inviato alla stampa. Non è la prima volta che Rhyme deve entrare nella mente allucinata di un assassino. Se non fosse che la follia del Promittente, così si è firmato, è eguagliata da un'abilità e una lucidità fuori dal comune. Per quanto un errore l'abbia già commesso, un errore che lo potrebbe incastrare. Jeffery Deaver lancia la sua sfida, una duplice caccia all'uomo nello spietato mondo del commercio dei diamanti, e si diverte a mettere alla prova il formidabile intuito di Lincoln e Amelia con svolte improvvise e deviazioni di percorso. Nelle pagine dell'ultimo Rhyme, il suo autore ci offre qualcosa di nuovo e inaspettato, l'ingrediente segreto per un thriller perfetto.
Incontro con Jeffery Deaver nello splendido scenario dell'Auditorium Concordia di Pordenone

Il libro, rivela l'autore all'inizio del suo incontro, segue una formula ben precisa: la formula Deaver. Come per ogni suo romanzo, l'autore sostiene di dover applicare una formula per rendere il libro unico e che intrattenga il pubblico.
"In fondo ogni cosa viene creata secondo una formula, che sia una macchina o una pietanza, così anch'io ho la mia formula per scrivere i miei libri" ha detto l'autore. La cosiddetta formula Deaver comprende: una storia ambientata di solito intorno ai 3 giorni, un grande colpo di scena alla fine e un susseguirsi di colpi di scena alla fine.
Inoltre, l'autore in ogni libro cerca di variare temi in modo da insegnare qualcosa ai suoi lettori. Ne "Il taglio di Dio", ha voluto prendere il mondo che ruota attorno alle gioiellerie e nello specifico nel taglio dei diamanti, non solo perché questi elementi sono molto preziosi e che c'è un forte mercato nero per essi, ma anche per il significato dietro al diamante. Non è una semplice pietra, ma qualcosa che per noi uomini può rappresentare qualcosa di molto personale, pensiamo appunto ad una giovane coppia che si fidanza.
A proposito di fidanzate. Un aneddoto divertente che ha raccontato l'autore riguarda proprio la sua fidanzata. Deaver quando scrive un libro, è solito introdurre qualche elemento esotico come un determinato tipo di cibo, un vino e così via, e di solito fa provare anche alla sua compagna quel determinato prodotto. Immaginate la delusione della donna, quando Jeffery non le ha portato un diamante da provare...

L'autore ha poi voluto fare una digressione sul titolo e sulla storia dei tagliatori di diamanti.
Nell'antichità il diamante era considerato non semplicemente il taglio di Dio, bensì il cuore di un Dio. Era così raro e prezioso che veniva considerato un vero e proprio oggetto di culto. Con il passare del tempo, come accade sempre, qualcuno ha visto in questi oggetti sacri, la possibilità di guadagno e così pian piano il traffico di diamanti è diventato quasi normalità, perdendo il suo significato mistico.
Deaver ha parlato poi di un diamante della corona inglese, che il principe Alberto, marito di Vittoria, non piaceva. Ha deciso di farlo quindi tagliare ed il povero tagliatore ci ha impiegato quasi 3 mesi per studiare il diamante e come tagliarlo. Egli aveva infatti una sola possibilità, un solo tentativo per rendere quel diamante unico e bellissimo. Nonostante infatti i diamanti siano molto resistenti, basta un piccolo errore per rovinarli per sempre.
Al momento del taglio, si dice che il tagliatore avesse con sè due aiutanti: un medico ed un'infermiera in caso di infarto o svenimento per il troppo stress.
Il tagliatore aveva appena iniziato il taglio che svenne quasi subito. Al suo risveglio, il principe Alberto si congratulò con lui, dicendo che aveva fatto un lavoro eccellente. E così quell'enorme pietra, divenne più piccola e bella. (Dopo alcune ricerche, wikipedia mi ha suggerito anche il nome di quel diamante: il Koh-i-Noor).

Tornando al presente, la città dove è ambientato il libro è Manhattan. Qui infatti vi è un quartiere dove si concentrano i traffici, più o meno leciti di diamanti. Si vedono spesso infatti uomini con sacchetti di carta, girare per queste strade. Dentro a quel sacchetto potrebbe nascondersi o un panino o dei diamanti perchè i ladri difficilmente andranno a derubare un uomo con un sacchetto unto.
Nel libro però non si parla nè di furti, nè del classico tema dei diamanti insanguinati. Il cattivo che ha immaginato per questa storia, ha infatti un motivo molto più personale per uccidere. A questo cattivo i diamanti piacciono perché rappresentano la perfezione e odia di conseguenza chi vuole tagliarli. Per questo darà la caccia alle giovani coppie in cerca di anelli di fidanzamento.

Per un po' questa sarà l'ultima avventura di Lincoln. Deaver ha infatti intenzione di dedicarsi ad un nuovo personaggio e ad un nuovo metodo investigativo: un personaggio che gira l'America con il camper a risolvere casi e che avrà un ritmo molto più veloce e televisivo. Probabilmente sarà pronto già dal prossimo anno.
In questa ultima avventura con Lincoln, l'autore ha voluto togliere un po' di tensione ed ansia dai personaggi, in quanto trova che in America la situazione politica sia già abbastanza tesa. Non si riesce ad intavolare una discussione con una persona dalle idee politiche diverse perchè spesso si rischia di passare alle mani, ed in un clima così pesante, ha trovato giusto fare la sua parte ed alleggerire un po' i problemi dei suoi personaggi.

Come ultima cosa, un appunto per gli aspiranti scrittori. Deaver prima di scrivere un libro, raccoglie tanti post it con le idee che gli sono venute e decide se mettendole insieme riesce a creare qualcosa che valga la pena scrivere o meno. Consiglia inoltre di partire sempre con lo scrivere la prima e l'ultima frase del libro, in modo da sapere esattamente dove si vuole arrivare.



Su Deaver, ho avuto parecchio da dire perchè avevo preso appunti. Per l'incontro con gli altri due giallisti, non ero così ben preparata. Sono arrivata a Pordenone per caso, in una sera in cui praticamente avevo deciso di non vedere nulla, ma la giornata al lavoro era andata talmente storta, che ho voluto andare alla manifestazione per tirarmi un po' su.
Ho scelto fra gli incontri di lì a poco in programmazione, un qualcosa che mi ispirasse ed eccolo lì: "Il sangue macchia, sir". La cosa bella è che inconsapevolmente ho scelto l'incontro con due autori che avevo apprezzato anche l'anno scorso con "Giallo Banana"! Per me ormai è un segno del destino che devo leggere questi due libri, che sono uno il seguito dell'altro.


Trama:
Sono trascorsi pochi mesi dalla soluzione del suo primo caso (l'assassinio di Polly Castaldi Cestelli), eppure la vita del conte Vittorio Maria Canton di Sant'Andrea non sembra essere cambiata affatto, se non in peggio. Abbandonato dal suo partner Gino, in pessimi rapporti con il maggiordomo Gelasio e afflitto dai problemi di convivenza con la caustica zia Magda, il Principe Investigatore affoga nel gelato al triplo cioccolato le proprie frustrazioni, con la «Settimana Enigmistica» alla mano e la speranza che il telefono squilli per richiamarlo all'avventura. Cosa che, miracolosamente, accade. Diana Palladio ha soltanto diciassette anni, ma un obiettivo ben preciso: riscattare il nome di suo padre Pietro Saba, scomparso quasi vent'anni prima e accusato del terribile, efferato delitto passato alla storia come Omicidio dell'Aventino, protagonista assoluto dei salotti televisivi nel 1997. Ma se la verità fosse un'altra e il vero killer si trovasse ancora in circolazione, impunito e contento? Con le sue discutibili doti deduttive e animato da un'incredibile determinazione, il conte dovrà immergersi in un mondo a lui sconosciuto, quello dell'arte contemporanea, nel cui firmamento la giovane Diana sta per essere lanciata. Tra un vernissage e una tartina, Vittorio si perderà nel labirinto della borghesia intellettuale, che la polvere preferisce nasconderla sotto il tappeto, possibilmente birmano. In quel mondo, dove impera il conformismo dell'anticonformismo, Vittorio si ritroverà immerso «come una bustina di Twining's nell'acqua bollente». Sostituendo botox e chihuahua con pennelli e opere d'arte, la seconda avventura del Principe Investigatore si sposta dunque dai palazzi nobiliari del centro di Roma agli open space di Trastevere ricavati dalle ex fabbriche che continuano a chiamarsi «opifici» sebbene vendano birra. Cambia insomma lo scenario, non il punto di vista di Vittorio, ancora una volta impegnato nel lungo e periglioso cammino per diventare un vero detective.

Lasciando perdere la copertina che non mi entusiasma molto, devo dire che le avventure di questo conte detective mi ispirano moltissimo, ed è per questo che voglio dedicargli questo spazio per farvelo conoscere. Nei prossimi mesi vedrò anche di leggere il primo libro e recensirlo, per il momento sappiate che se state cercando un giallo dai toni comici, beh lo avete trovato!

settembre 22, 2018

Pordenonelegge 2018 - gli incontri per i più piccoli

Eccoci con il primo post di Pordenonelegge. Quest'anno il lavoro ha limitato parecchio le mie scelte, ma senza ombra di dubbio, vi erano questi due incontri per i più piccoli che mi hanno incuriosita parecchio. 

Il primo incontro a cui ho partecipato, era dedicato al giallo per i bimbi dalla terza alla quinta elementare. I due autori che si sono trovati a discutere dei loro lavori sono stati Pierdomenico Baccalario e Luca Doninelli, moderati dalla giornalista Fabiana Dallavalle.

Luca Doninelli, non ha scritto molti libri per bambini. Wickson Alieni è nato per caso in quanto lo ha sognato una notte. Ha proprio sognato di vedere della nebbia sotto un lampione, sentiva dei passi ma non vedeva niente e l'unica cosa che è riuscito a sentire è stato il nome: Wickson Alieni.
Lui è stato da sempre un narratore durante i viaggi di famiglia, dove per molti anni intratteneva i più piccini. Wickson è nato un giorno in cui aveva finito di narrare fiabe vecchio stile ed ha deciso di provare ad inventarne una su un investigatore inglese invisibile. 
Perchè invisibile? A questo hanno risposto i suoi due nipoti.
Invisibile perchè è troppo normale per poter essere notato e invisibile perchè è sempre troppo a destra per essere visto quando uno gira la testa.
Il libro è  un insieme di tre storie quasi interamente inventate dai bambini dove (cito) "ci sono dei ladri inglesi che rubano cose inglesi agli inglesi". Riescono addirittura in una delle storie, a rubare le 5 di pomeriggio. (trama e link QUI)

Il libro preferito di Doninelli è Pinocchio, ma anche in generale altri classici come "Alice nel Paese delle Meraviglie", "L'isola del tesoro", "Le avventure di Tom Sawyer" e simili. Il suo autore preferito è Tolstoj.

I disegni di "Tre casi per l'investigatore Wickson Alieni" sono di sua nipote Nicole, una delle menti dietro all'idea del libro.

Pierdomenico Baccalario, è invece un nome molto noto alla letteratura per ragazzi. L'ultima sua creazione è quella della famiglia Intrigue. Ambientato ad Amsterdam, narra delle vicende di una famiglia molto speciale che ha due buchette per le lettere. In una arriva la posta normale, mentre l'atra è riservata alle buste gialle. Le buste arrivano dalla capofamiglia, la zia Edna, che invia una missione agli Intrigue. Ogni qualvolta arriva una busta gialla, si apre una determinata sala della casa ed ognuno prende il suo posto ed ornamentario per partire per questa missione.
Tutti i familiari si impegnano a portare a termine il compito assegnato, usando le proprie qualità... sì perché anche il fatto di rompere un qualsiasi oggetto in meno di 13 secondi può essere una qualità utile. In ogni caso cercano di portare a termine il compito e trascrivono poi le loro avventure su un diario, ma tutto molto abbellito per cercare di confondere le loro tracce, al punto che non si riesce a distinguere quali delle notizie che si è letta è falsa. (trama e link QUI)

Pierdomenico quando era piccolo amava guardare i disegni. Gli piacevano le strisce di Calvin e la sua tigre e le stresce dei Peanuts

L'incontro è stato molto divertente e spensierato ed i due autori, pur non conoscendosi, hanno creato una bella atmosfera.
Doninelli ha detto, rispondendo ad una domanda del giovane pubblico: Lo scrivere è  solo metà  della storia. L'altra metà  la inventa il lettore quando legge.



L'incontro successivo è stato sempre con Pierdomenico Baccalario, affiancato stavolta da Davide Morosinotto (Il rinomato catalogo Walker & Dawn) e Pietro Sgardoli (The Stone, la settima pietra), che hanno presentato una nuova collana intitolata "I corsari"

Si tratta di un'idea di Baccalario per inserire brevi racconti di avventura da proporre come inserto al "Corriere della Sera". Insomma, un inserto in un giornale da adulti, ma adatto ai bambini. Hanno dovuto correre per poter scrivere le prime storie da proporre al corriere, e questo ne è rimasto così entusiasta che ha preparato un contratto per ben 22 avventure. Quindi nei primi mesi del 2019, correte in edicola a chiedere questi inserti. Per il momento le prime 3 storie si possono recuperare in libreria.

- Il primo libro è "Arrivano i fratelli Hood", ispirato ai fratelli Jesse e Frank James. (Sgardoli)
Missouri, 1863. Frank e Jesse Hood sono due fratelli che mal sopportano i soprusi dell'esercito nordista nei confronti degli agricoltori durante la guerra civile americana. Dopo l'ennesimo torto subito ad opera dello spietato tenente MacKenzie che incendia la loro fattoria, Frank e Jesse decidono che la misura è colma. Insieme agli amici, figli degli altri fattori, organizzano una compagnia di giovani banditi per necessità che darà filo da torcere all'esercito nordista finché la fine della guerra rimetterà ogni cosa al suo posto.

- Il secondo si intitola "Il terribile testamento di Jeremy Hopperton", che è quello che a istinto mi ispira di più. (Morosinotto)
C'è sempre una buona ragione per imbarcarsi da clandestino su un veliero diretto fra gli atolli dell'Oceano Pacifico. Soprattutto se sei una fanciulla di buona famiglia. Soprattutto se vuoi scappare dalle convenzioni. E scoprire chi ha ucciso tua sorella.
Storia di una ragazzina inglese di buona famiglia, che sta per essere portata in collegio, ma che invece decide di nascondersi nel baule del cugino diretto in Polinesia, iniziando un'avventura alla scoperta di una morte misteriosa.

- Il terzo libro uscito finora, si intitola "Polvere nera" di Miriam Dubini, scomparsa qualche mese fa.
Cina, 1275. Qing ha tredici anni e vuole diventare un'alchimista come suo padre, Shu, che sta lavorando a un importante esperimento: il gioco della polvere nera (che in Occidente diventerà nota molti anni più tardi come polvere da sparo). Un brutto giorno però, la ragazza scopre che suo padre è stato rapito. L'unica soluzione è chiedere aiuto al grande sovrano Kublai Khan. E per arrivare fino a lui, Qing dovrà unirsi a un convoglio di viaggiatori provenienti da molto lontano. Fra loro c'è anche un diciassettenne di nome Marco Polo.. 


Come potete capire dalle trame, sono dei libri ispirati moltissimo dalla realtà storica, quindi sono proprio della avventure verosimili, in cui l'unica magia è l'immaginazione del lettore. Attualmente i libri sono 3, ma ne usciranno altri 3 fra poco in libreria e via dicendo a gruppi di 3. Nel 2019, come già detto, verranno pubblicati come inserti del corriere.
I tre autori insieme sono una forza. Tra finti viaggi, piscine e qualche nota amara per Miriam, hanno incantato il pubblico di ragazzini e non (soprattutto i non-ragazzini), che erano davvero in molti all'evento.

Per oggi è tutto, restate sintonizzati i prossimi giorni per altri incontri ed un'intervista specialissima :3

agosto 23, 2018

Eat me or drink me #22 - Special Pordenonelegge 2018

Siamo ormai sul finire di agosto e questo per me significa una cosa sola: Pordenonelegge!!!!!
Per chi ancora non conoscesse questo festival, si tratta di una manifestazione bellissima a Pordenone con al centro i libri e la cultura. Se cliccate sull'etichetta pnlegge2017 o pnlegge2016, potete leggere i miei articoli riguardanti gli anni scorsi. Alcuni nomi del 2016 sono stati Cecelia Ahern, Elisabetta Gnone, Davide Morosinotto, mentre basta citare Jennifer Niven, Guido Sgardoli e Carloz Ruiz Zafon per far riaffiorare dei bellissimi ricordi dell'anno scorso.
Per scoprirne di più sulla manifestazione e sui tantissimi ospiti che potrete trovare quest'anno, vi invito invece a visitare il sito ufficiale: www.pordenonelegge.it.

Per quanto mi riguarda ho avuto delle gradite sorprese. Autori che ho già conosciuto ed apprezzato, uniti ad alcuni nomi interessanti che spero di poter conoscere meglio.

Dei nomi a me già noti, saranno presenti Manlio Castagna con il suo "Petrademone - il libro delle porte". Ho già incontrato questo autore a giugno in occasione del festival "Mare di Libri" a Rimin. Vi lascio i link con la recensione al suo libro QUI e quello dell'incontro con l'autore QUI.
Ci saranno poi Guido Sgardoli e Davide Morosinotto che presenteranno una nuova collana per ragazzi intitolata "I pirati", ideata insieme a Pierdomenico Baccalario. Ho adorato "The Stone - la settima pietra" di Sgardoli e "Il rinomato catalogo Walker & Dawn" di Morosinotto, quindi sono sicura che i primi libri di questa nuova collana saranno un successo.

Un'autrice che spero vivamente di poter incontrare è invece Fiore Manni. La adoro e la seguo come cosplayer, e spero di riuscire a leggere e magari intervistarla sul suo libro "Jack Bennet e la chiave di tutte le cose", di cui vi lascio la trama qui sotto.

Jack Bennet è un bambino di dieci anni come tanti altri, forse solo un pochino più basso e più magro della media. Ogni mattina si alza, si avvolge intorno al collo la lunga sciarpa a righe azzurre che gli ha lasciato suo padre ed esce per le fumose vie di Londra. Come molti ragazzi del suo tempo lavora in fabbrica, perché la mamma è malata, e in famiglia non c'è nessun altro che possa provvedere a loro. Una mattina, sulla strada del lavoro, Jack incontra un curioso personaggio che pare sbucato dal nulla; un uomo del tutto fuori luogo, con il suo elegante completo viola nel bel mezzo della grigia città. Jack lo osserva incuriosito e lo saluta educato, poi lo ascolta con attenzione. E fa bene, perché la più grande delle avventure può cominciare in un giorno qualunque. L'uomo gli consegna una chiave, e con quella Jack inizia a viaggiare per mondi sconosciuti e bislacchi, dove incontra pappagalli tipografi, libri magici per tutte le occasioni, navi pirata, una ragazzina spavalda ma non troppo, un drago che sputa vapore e colleziona tesori. E molto, molto altro.

Ci sarà spazio per molte letture per i ragazzi, dal giallo con "Tre casi per l'investigatore Wickson Alieni di Luca Doninelli, all'avventura con "La compagnia dell'acqua" di Giacomo Papi. Ve n'è per tutti i gusti e tutte le età. 

Pordenonelegge però per me rappresenta non solo libri fantasy e per ragazzi. Ed ecco quindi due titoli che vi propongo fuori dal solito fantasy.

Il primo è l'ospite di punta di quest'anno, ovvero Jeffery Deaver. Thrillerista, giallista, grande narratore di polizieschi. Non sembra, ma c'è stato un periodo in cui mi affascinava questa letteratura soprattutto nei periodi estivi, dove mi mangiavo uno dietro l'altro libri di Patricia Cornwell, Elizabeth George, Jean-Christophe Grangé e naturalmente Jeffery Deaver. 
Deaver presenterà a Pordenonelegge il suo ultimo libro "Il taglio di Dio", in uscita il 4 settembre.
Personalmente andrò all'incontro sia per scoprire di più su questo giallo, ma anche per far sapere all'autore quanto sia rimasta affascinata da uno dei suoi libri più famosi, ovvero "La dodicesima carta" sperando in un autografo.

Infine un autore che ho già letto, il cui libro è stato trasformato in un film ed è considerato come simbolo della cultura omosessuale e della scoperta in generale dell'identità di genere. Ebbene sì, sto parlando proprio di André Aciman che farà un incontro proprio su "Chiamami col tuo nome" (trovate la mia recensione QUI). Come sapete a me il libro non è esattamente piaciuto, ma ciò non toglie che il libro sia stato comunque un grande successo in tutto il mondo. Spero quindi di riuscire ad entrare in sala stampa per poter fare delle domande che mi sono rimaste dalla lettura della sua opera (perché scegliere quel finale e perché mettere la scena della pesca).

E dopo questi consigli di lettura, vi aspetto nei miei prossimi post della manifestazione e per tenervi sempre aggiornati sul festival, mi trovate più attiva su Instagram nel mio profilo leacomy_in_wonderland, in diretta o quasi (dipenderà dalla ricezione internet XD).