settembre 05, 2020

Artemis Fowl. L'incidente artico - Eoin Colfer

Eccoci dopo un mese con la recensione del secondo volume della saga di Artemis Fowl, lettura organizzata sempre grazie al GDL di "I libri sono un antidoto alla tristezza".

Titolo: Artemis Fowl. L'incidente artico.
Titolo originale: Artemis Fowl. The Artic Incident 
Saga: Artemis Fowl #2 
Autore: Eoin Colfer 
Casa editrice: Mondadori 
Anno di pubblicazione: 2002 (Cover della ri-edizione del 2019) 
Genere: fantasy, avventura Link Amazon

Trama:

La Mafia russa ha catturato il padre di Artemis e lo tiene prigioniero fra i ghiacci dell'Artico in attesa del riscatto. Come se non bastasse una situazione esplosiva minaccia di distruggere l'intera civiltà del Piccolo Popolo… e sua madre pretende di mandarlo a scuola come un moccioso qualunque! Be', a volte persino un genio del male ha bisogno d'aiuto, che può arrivare dalla direzione più inaspettata.

Recensione:

Se vi siete persi la recensione del primo volume della saga, vi lascio il link QUI prima di proseguire nella lettura di questa.

Questo secondo volume della saga entra nel vivo dell'azione. Partendo da Cantuccio, ritroviamo Spinella che deve convivere con le conseguenze delle sue azioni del primo libro ed è costretta a vigilare un portale in disuso, una delle mansioni più degradanti all'interno della LEP. Fortuna vuole che il posto che deve sorvegliare in realtà non è così in disuso come sembra. Dei goblin riforniti di vecchie armi della LEP, stavano cercando di far passare dal pozzo un carico di batterie fangose. Il tutto è molto sospetto e Spinella pensa subito che dietro all'intera faccenda ci sia l'astuto Artemis Fowl, motivo per cui decide di andare a prelevarlo e portarlo a Cantuccio per interrogarlo. 
Artemis invece stava proprio cercando un passaggio rapido per arrivare in Russia, dato che le ultime informazioni avevano collocato là il padre da tempo scomparso. Egli non sa nulla di questo contrabbando di batterie, ma è disposto ad aiutare il piccolo popolo in cambio di un piccolo aiuto nel recupero del genitore.
Parte così l'avventura russa di Spinella, Tubero, Artemis e Leale, che si interromperà quando arrivano delle notizie allarmanti dal sottosuolo: i Mazza Sette, un clan di goblin, si sta rivoltando per le città e alla LEP sono state disattivate tutte le armi per combatterli. Un recupero in superficie e una rivolta al di sotto, sono queste le due avventure fra cui si divideranno i nostri eroi.

Questo secondo libro mi è piaciuto meno rispetto al primo. 
Mi è piaciuta molto la maturazione di Artemis. Rispetto al primo romanzo ha mantenuto la sua intelligenza, ma è diventato molto più aperto ed emozionale se così possiamo dire. Complice anche il fatto che in questa avventura c'è la vita di suo padre, Artemis svela questo suo lato più "fangoso", passatemi il termine. Inoltre anche il rapporto con Spinella si evolve, da un semplice sentimento di stima che poteva essere alla fine della prima avventura, ora possiamo dire che tra i due è nata una bella amicizia.
Il comandante Tubero finalmente viene visto in missione e si è dimostrato molto incline ad aggirare qualche regola come la sua protetta Spinella. Mi sta piacendo sempre di più come personaggio anche per la sua complicità dal punto di vita militare con Leale.
In generale però oltre ad Artemis nessun altro personaggio mi è parso compiere passi in avanti rispetto al primo libro, Leale è sempre Leale, Spinella è sempre Spinella... mi sono piaciuti ma sono sostanzialmente uguali alla prima avventura.
Fortunatamente vediamo l'introduzione di una nuova cattiva, Opal Koboi un genio della tecnologia il cui unico obiettivo è mettere in cattiva luce Polledro. Un personaggio nuovo che ha dato una ventata di aria fresca al romanzo, ma che purtroppo non ho visto troppo approfondito.
Molto apprezzato anche il ritorno di Bombarda che riesce a dare quel suo tocco di comicità e leggerezza.

La storia si svolge in parallelo su due fronti. Polledro ci offre il punto di vista della lotta a Cantuccio, mentre Artemis e gli altri ci offrono l'avventura tra i ghiacci della Russia. Le due storie sono raccontate davvero molto bene ed in modo lineare.
Il problema che ho riscontrato nella narrazione è invece la continua interruzione dei capitoli che finiscono e faticano a legare con i capitoli dopo, sembra che ci siano in alcuni punti delle parti che non vengono raccontate ma che il lettore può facilmente intuire dalla scena successiva. Si tratta di un piccolo dettaglio ma che perpetrato alla lunga mi ha dato l'impressione di avere dei piccoli buchi di narrazione.

Il finale è il punto che mi è piaciuto di meno. Dopo tutta la fatica per arrivare al confronto finale con Opal, la vicenda si svolge in modo troppo frettoloso, non ho sentito l'emozione della battaglia. Ho avuto proprio l'impressione che l'autore avesse l'imminente scadenza della consegna degli ultimi capitoli e non fosse riuscito a tessere una trama più complessa ed avvincente per chiudere l'avventura.

L'ambientazione invece è un punto sempre degno di nota nei romanzi di Artemis Fowl. Il misto tra realtà fangosa e l'atmosfera tecnologicamente avanzata di Cantuccio, creano uno scenario unico. Inoltre in questo particolare libro abbiamo un occhio di riguardo all'inquinamento dato da un treno che trasporta scorie di uranio e plutonio che metterà a dura prova la salute del Piccolo Popolo.

In conclusione: un libro che ha una bella ambientazione ed una buona parte di avventura che non è riuscito  a convincermi fino in fondo sia per il poco sviluppo dei personaggi sia per la narrazione che presenta alcune lacune soprattutto sul finale troppo frettoloso. 

- fine recensione -

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