L'anno scorso a Pordenonelegge, mi sono imbattuta in questi due autori che presentavano appunto "Giallo banana" e quest'anno per puro caso ho assistito al loro incontro sul sequel di questo libro. Si è trattato di un incontro scelto all'ultimo momento tra quelli disponibili quel giorno ed era quello a mio avviso più interessante. Non ho potuto parteciparvi fino alla fine perché avevo parcheggiato in uno degli spazi a tempo limitato, ma ho avuto la sensazione che fosse un incontro dettato dal destino. Quella sera io non avrei dovuto essere a Pordenonelegge... eppure c'ero, l'incontro non era nemmeno nel mio elenco di possibili incontri.. eppure vedendo il titolo, mi sono messa in coda e ci sono entrata... a quel punto ritrovando i due autori di cui ero rimasta tanto impressionata l'anno scorso mi sono detta di dover comprare questo romanzo. Ed ora dopo questa lunga premessa, ecco la mia opinione su "Giallo banana".
Titolo: Giallo banana
Autori: Giovanni Di Giamberardino e Costanza Durante
Anno di pubblicazione:
Casa editrice: Neri Pozza Editore
Genere: Giallo, investigazione, comico
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Autori: Giovanni Di Giamberardino e Costanza Durante
Anno di pubblicazione:
Casa editrice: Neri Pozza Editore
Genere: Giallo, investigazione, comico
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Trama:
Ogni mattina Vittorio Maria Canton di Sant'Andrea, quarant'anni e un metro e novanta per centodieci chili, poco prima che Gelasio, o meglio Anatoli, il maggiordomo, metta piede nella sua camera da letto, indossa la giacca da camera, finge di sistemarsi una chioma fluente che non ha, monta un rudimentale capestro e, con una smorfia cupa, infila la faccia nel cappio. I finti suicidi sono, per il principe di Sant'Andrea, un'innocua esibizione quotidiana, e tuttavia sorgono da un' anima dolorosamente afflitta dalla vita in comune con una vecchia zia malevola; da una casa le cui pareti sono decorate dai segni dei quadri mancanti, l'unica fonte di guadagno rimasta all'illustre casato; dall'amara constatazione che nessuno più l'invita alle feste che contano, nemmeno l'elegantissimo Caio Castaldi Cestelli che ha fatto recapitare alla zia Magda, anziché a lui, il suo prezioso invito al party Nobili alla ghigliottina. Che fare? Dove trovare conforto? Nell'amata lettura di gialli scadenti stile Omicidio a Bora Bora? Nelle pasticche di Tavor? La svolta della vita di Vittorio viene, inaspettatamente, proprio dal party Nobili alla ghigliottina, dove accorre l'intera aristocrazia romana. Durante la festa, Priscilla Castaldi Cestelli, consorte del conte Caio viene trovata morta. La versione ufficiale è: suicidio per impiccagione. Che assurdità! Una tesi così inaccettabile che Vittorio decide di trasformarsi in un implacabile investigatore.
Giudizio 4 su 5:
"Giallo banana" è un'opera davvero divertente e leggera. Come vi avevo già detto, ho sentito proprio la necessità di leggere questo libro ed ho fatto bene.
Già dalla trama che potete leggere sopra, si riesce ad immaginare come questo libro sia assolutamente divertente e diverso da tutti gli altri gialli.
Il nostro protagonista è il conte Vittorio Maria Canton di Sant'Andrea, un uomo appartenente alla nobiltà decaduta, che vive insieme alla zia. Sostanzialmente non ha un lavoro e per vivere vende i beni di famiglia. Si tratta di un personaggio inizialmente senza uno scopo ben preciso, il cui unico interesse è l'enigmistica. Vittorio infatti è appassionato di parole crociate, tanto che vorrebbe vedere pubblicati gli schemi che lui ha creato sotto pseudonimo Cher Lo Colmes.
La sua vita subisce una scossa quando la contessa Priscilla Castaldi Cestelli, viene ritrovata morta impiccata dopo l'organizzazione della festa a tema ghigliottina. Vittorio però sa che la donna, che aveva partecipato ad un reality, non si sarebbe mai potuta impiccare in quanto aveva la fobia di avere degli oggetti legati attorno al collo. Dato che anche per la polizia questo sembra un suicidio a tutti gli effetti, Vittorio si impunta di voler risolvere questa morte alquanto sospetta, ed inizia ad indagare fra paparazzi, nobili ed investigatori privati per risalire all'assassino di Priscilla.
Il conte Vittorio Maria, è una figura molto particolare. Si tratta di un eccentrico pantofolaio appassionato di parole crociate e gialli. Fin dalle prime pagine del libro risulta un personaggio molto teatrale e singolare che non si può fare a meno di apprezzare. Il suo pregio maggiore è l'intelligenza, ma accanto ad essa ci sono moltissimi altri difetti che però fanno amare questo personaggio peculiare.
Il suo braccio destro è Gelasio, un maggiordomo russo. Non si sa bene chi egli fosse in Russia in quanto ci sono ogni tanto delle piccole frasi che fanno presumere fosse un agente del KGB e che si sia trovato in missioni impossibili alla James Bond, ma non è dato sapere veramente quali siano vere e quali le supposizioni della voce narrante. Mi sono immaginata Gelasio come appunto un agente dei servizi segreti in pensione. Alto, ben piazzato e pronto a sfondare una porta a spallate. Accompagna Vittorio Maria nelle sue riflessioni sul caso e si presta sempre a reggergli il gioco, fino ad arrivare ad introdursi in casa d'altri senza invito.
Altro personaggio della storia è la zia Magda. Un'appassionata di show televisivi dipendente dal Tavor, che ha vissuto la nobiltà almeno per un po', ed ha ancora alcuni agganci nei posti giusti che saranno di aiuto nella personale indagine del nipote. Si tratta di una delle classiche vecchiette che critica sempre tutto, ma che nella narrazione risulta molto divertente.
Il ritmo del libro è molto veloce e non si corre il rischio di annoiarsi. La scrittura è in generale molto semplice e fluente. Le uniche pecche che ho incontrato sono due. Durante alcuni dialoghi ho fatto fatica a seguire a chi appartenessero delle affermazioni, specialmente nella scena di una cena con molti invitati dove c'erano molte voci che dialogavano. Inoltre credo che il libro si riesca ad apprezzare maggiormente se si conosce il mondo della tv trash. Ci sono molti riferimenti a questo mondo di reality & co, che personalmente ho colto pochissimo in quanto non guardo molti show del genere quindi per questo non ho potuto valutarlo al massimo delle tazzine.
La mia opinione in merito è comunque di un libro molto divertente con dei personaggi molto strani, nel senso buono del termine, che si legge volentieri. Una visione tutta particolare del genere giallo che incontra la mondanità e la commedia.
-fine recensione-
Già dalla trama che potete leggere sopra, si riesce ad immaginare come questo libro sia assolutamente divertente e diverso da tutti gli altri gialli.
Il nostro protagonista è il conte Vittorio Maria Canton di Sant'Andrea, un uomo appartenente alla nobiltà decaduta, che vive insieme alla zia. Sostanzialmente non ha un lavoro e per vivere vende i beni di famiglia. Si tratta di un personaggio inizialmente senza uno scopo ben preciso, il cui unico interesse è l'enigmistica. Vittorio infatti è appassionato di parole crociate, tanto che vorrebbe vedere pubblicati gli schemi che lui ha creato sotto pseudonimo Cher Lo Colmes.
La sua vita subisce una scossa quando la contessa Priscilla Castaldi Cestelli, viene ritrovata morta impiccata dopo l'organizzazione della festa a tema ghigliottina. Vittorio però sa che la donna, che aveva partecipato ad un reality, non si sarebbe mai potuta impiccare in quanto aveva la fobia di avere degli oggetti legati attorno al collo. Dato che anche per la polizia questo sembra un suicidio a tutti gli effetti, Vittorio si impunta di voler risolvere questa morte alquanto sospetta, ed inizia ad indagare fra paparazzi, nobili ed investigatori privati per risalire all'assassino di Priscilla.
Il conte Vittorio Maria, è una figura molto particolare. Si tratta di un eccentrico pantofolaio appassionato di parole crociate e gialli. Fin dalle prime pagine del libro risulta un personaggio molto teatrale e singolare che non si può fare a meno di apprezzare. Il suo pregio maggiore è l'intelligenza, ma accanto ad essa ci sono moltissimi altri difetti che però fanno amare questo personaggio peculiare.
Il suo braccio destro è Gelasio, un maggiordomo russo. Non si sa bene chi egli fosse in Russia in quanto ci sono ogni tanto delle piccole frasi che fanno presumere fosse un agente del KGB e che si sia trovato in missioni impossibili alla James Bond, ma non è dato sapere veramente quali siano vere e quali le supposizioni della voce narrante. Mi sono immaginata Gelasio come appunto un agente dei servizi segreti in pensione. Alto, ben piazzato e pronto a sfondare una porta a spallate. Accompagna Vittorio Maria nelle sue riflessioni sul caso e si presta sempre a reggergli il gioco, fino ad arrivare ad introdursi in casa d'altri senza invito.
Altro personaggio della storia è la zia Magda. Un'appassionata di show televisivi dipendente dal Tavor, che ha vissuto la nobiltà almeno per un po', ed ha ancora alcuni agganci nei posti giusti che saranno di aiuto nella personale indagine del nipote. Si tratta di una delle classiche vecchiette che critica sempre tutto, ma che nella narrazione risulta molto divertente.
Il ritmo del libro è molto veloce e non si corre il rischio di annoiarsi. La scrittura è in generale molto semplice e fluente. Le uniche pecche che ho incontrato sono due. Durante alcuni dialoghi ho fatto fatica a seguire a chi appartenessero delle affermazioni, specialmente nella scena di una cena con molti invitati dove c'erano molte voci che dialogavano. Inoltre credo che il libro si riesca ad apprezzare maggiormente se si conosce il mondo della tv trash. Ci sono molti riferimenti a questo mondo di reality & co, che personalmente ho colto pochissimo in quanto non guardo molti show del genere quindi per questo non ho potuto valutarlo al massimo delle tazzine.
La mia opinione in merito è comunque di un libro molto divertente con dei personaggi molto strani, nel senso buono del termine, che si legge volentieri. Una visione tutta particolare del genere giallo che incontra la mondanità e la commedia.
-fine recensione-
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