febbraio 22, 2018

Le fiabe del dodo #27

Come ho anticipato nel mio profilo Instagram, questa rubrica verrà ampliata per dare spazio alle fiabe mondiali. Non potevo iniziare che dal mio adorato Giappone e la prima fiaba che vi propongo è quella della Principessa Rubino.

La Principessa Rubino

C'era una volta, nella contrada di Haryma, una bellissima principessa che veniva chiamata "Principessa Rubino" per la sua passione di indossare abiti rossi fin da piccola. 
Ogni anno per il suo compleanno i filatori di tutto il Paese venivano a presentarle le loro creazioni cremisi e lei sceglieva le migliori. Ogni anno riceveva inoltre moltissime proposte di matrimonio, che però ella declinava ogni volta. 
Un giorno si avvicinò alla principessa un uccellino che le parlò e le chiese come mai rifiutasse sempre tutti i suoi pretendenti. Questo uccellino era in realtà una fata, e come tutti sanno, le fate possono mostrarsi nel regno umano solo in occasione delle nozze regali, e le dispiaceva non poter danzare ancora al matrimonio della principessa.
La principessa Rubino allora le spiegò che non accettava le proposte di matrimonio perché non vedeva amore nelle proposte che riceveva, ma solo ammirazione per la sua bellezza e cupidigia per il suo denaro.
La fata-uccellino allora le propose un aiuto: l'avrebbe trasformata in un rubino, così avrebbe potuto capire chi veramente dava valore a quella pietra preziosa.
La principessa Rubino accettò e puff.. la ragazza svanì e apparve un prezioso rubino.
La pietra venne subito vista da un servitore di corte che non perse tempo ed andò a venderla al mercato, guadagnando tanti soldi da potersi comprare un podere. La sera stessa che il rubino fu messo nella vetrina del mercante, venne rubato da un ladro. Questi però era molto ricercato. Nascose il rubino in un fosso sperando di poterlo recuperare in seguito, ma fu arrestato prima di poterlo fare.
Poco tempo dopo, un commerciante si sedette vicino al fossato per mangiare e notò il gioiello. Portò il rubino da un allevatore e lo scambiò con un considerevole numero di capi di bestiame.
Il contadino tenne il rubino conservato in una scatola e lo regalò poi alla moglie come pegno del suo amore il giorno del loro anniversario. La donna fece del rubino una splendida collana, che però le fu sottratta da una gazza.
Il rubino venne infilato come parte integrante del nido della gazza, che una notte particolarmente ventosa prese il volo come un aquilone per atterrare poi nel mare e finire nella bocca di un pesce.
Non passò molto che il pesce venne catturato da un pescatore, che lo portò a casa sua. Quando il pescatore aprì il pesce, il rubino saltò fuori rivelando tutta la sua bellezza. L'uomo rimase così incantato dall'oggetto che si mise in adorazione. Compose perfino una poesia in onore del rubino e successivamente trasformò le sue parole in una canzone. Una romantica canzone dove paragonava il rubino al tramonto, al fuoco, al ciliegio e al melograno, un rubino di cui si era innamorato.
Il mattino seguente il pescatore non riuscì più a trovare il rubino. Al suo posto ricomparve la principessa che gli raccontò tutta la sua storia mentre insieme tornavano verso il palazzo reale. 
La principessa Rubino e il pescatore Kyomori si sposarono e le fate poterono finalmente danzare alle nozze reali.
I due regnarono in un modo molto giusto e Kyomori continuò a comporre poesie e canzoni per la sua amata, che vennero poi raccolte in un libro che si tramanda di generazione in generazione nella prefettura di Haryma.

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