Dopo più di una settimana finalmente mi sono decisa a riportare qui nel mio piccolo angolino i punti chiave dell'intervista fatta a Stuart Turton durante l'incontro a Pordenonelegge. Come già sapete quest'anno per me è stato molto triste in quanto non ho trovato autori del genere fantasy o simili e quindi ho deciso di non prendervi parte come blogger, ma come semplice spettatrice di un solo incontro, quello con Stuart Turton per l'appunto. Una volta identificato l'incontro a cui avrei partecipato, ovviamente mi sono procurata subito una copia del libro per poter arrivare preparata e devo dire che è stato un libro che mi ha letteralmente conquistata. Ve ne parlerò più approfonditamente in uno dei prossimi post, ma nel frattempo vi riporto alcuni dei passaggi salienti dell'incontro al festival del libro di Pordenone.
Prima di tutto diamo un'occhiata alla trama:
Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento - la morte del giovane Thomas Hardcastle - ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House...
Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento - la morte del giovane Thomas Hardcastle - ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House...
- Stuart ha letto moltissimi libri di Agatha Christie grazie ad una vicina di casa, Doris, che ogni settimana gliene portava una pila fin da quando lui era un ragazzino di 8-9 anni. Ciò gli ha dato una buona base per poter scrivere gialli;
- L'autore ha iniziato a scrivere questa storia a 21 anni (ora ne ha 39 e lo sta promuovendo da 2). La storia iniziale però era davvero pessima a suo dire, gli mancava una buona idea di fondo. In tutti i libri della Christie c'è sempre qualcosa di originale nelle sue storie e Stuart sentiva che quel qualcosa nel suo racconto mancava. Diciamo che lui ha preso molti elementi da questa autrice: la casa isolata, i personaggi dell'aristocrazia ed un omicidio molto complesso, ma mancava ancora quella buona idea.
- La buona idea di base che gli è arrivata i colpo dopo 12 anni in cerca di ispirazione, gli è venuta in aereo da Dubai al Qatar.
- Stuart ha voluto fortemente la componente del sovrannaturale, lo strano, l'onirico nel suo libro. Voleva creare un mondo in cui le persone non sapessero esattamente dove si trovassero, quali regole lo governano, chi può romperle. Insomma un mondo in cui il lettore può pensare che da un momento all'altro possa sbucare un mostro all'improvviso. Ha voluto in qualche modo inserire Kafka all'interno del suo mondo alla Christie.
- La parte più horror e relativa agli spiriti deriva da letture gotiche come Du Maurier, Stocker, lo Stevenson di Mr.Hyde. Ha preso ispirazione e ha portato elementi come la casa infestata e il protagonista stesso Aiden in fin dei conti sembra proprio un fantasma che prende possesso dei corpi in cui si incarna.
- Blackheath House (la cui trovate la mappa nelle prime pagine del libro) è stata inizialmente creata con dei pastelli su dei fogli enormi e mostrava precisamente dove fosse ciascuno dei personaggi in qualunque momento. Ha dovuto calcolare bene i tempi di spostamento da una zona all'altra di ogni personaggio e se vi fossero stati incroci, ci sarebbero potuti essere dei dialoghi. Oppure se ci fosse stato uno sparo in una parte della casa e uno dei personaggi non doveva assolutamente sentirlo, Stuart avrebbe dovuto collocarlo più distante.
- Nel libro ci sono moltissimi indizi che al lettore vengono offerti esattamente come vengono offerti ad Aiden, il protagonista. Si tratta quindi di uno di quei gialli dove il lettore può mettere insieme i pezzi come ha fatto il protagonista ed arrivare alla soluzione del caso.
- I personaggi all'interno del libro sono stati pensati e scelti appositamente in base all'intreccio della storia. Nel corso del libro ci sono momenti in cui c'è stata la necessità di velocizzare il ritmo del racconto e quindi Aiden si incarna in un uomo giovane e forte ma con una propensione alla rissa e che non riflette. Quando invece c'era la necessità di dare più informazioni al lettore con un ritmo più lento, Aiden si incarna in un uomo lento, obeso che non si può muovere più di tanto, che quindi si siede e si ferma a riflettere. Per scegliere invece i personaggi sotto il punto di vista estetico, Stuart ha semplicemente osservato i comportamenti di alcune persone al bar, nei ristoranti, quasi come uno stalker, ammette lui.
- Per uno dei personaggi, Evelyn, l'ispirazione è stata sua moglie.
- Il libro mescola molto bene paura ma anche divertimento in alcune scene. Alla domanda dell'intervistatore su come sia riuscito a mescolare questi due elementi Stuart risponde "Il buio più buio di tutti, arriva sempre dopo una risata. Così è la mia vita di solito". Trovare il giusto punto di equilibro è stato molto difficile.
- Una cosa che l'autore rivendica come interamente sua è la creazione di quel filo rosso che unisce le incarnazioni di Aiden. D'istinto ha sentito di trovare il giusto equilibrio tra quello che le prime incarnazioni sapevano e quello che invece sapevano le ultime e che se si fossero incrociati quanto e cosa avrebbero potuto rivelare.
- Stuart non ha avuto paura il giorno della presentazione del libro agli editori. Ha avuto paura ogni singolo giorno da quando ha cominciato a scrivere. Sapeva che l'idea era buona ma non era certo di essere la persona giusta per poterla scrivere degnamente. In più aveva la responsabilità di quella che allora era la sua fidanzata, che aveva lasciato il lavoro ben pagato a Dubai (scriveva articoli su hotel a 5 stelle) per trasferirsi in un piccolo appartamento a Londra sopra un asilo nido. La cosa peggiore è che disse alla sua ragazza che ci sarebbe voluto un solo anno per scrivere il libro...
- Il libro è stato ben pianificato. L'autore ha studiato per ben tre mesi prima di scrivere anche una sola parola e poi ha scritto per ben tre anni affidandosi meticolosamente alla trama già decisa. Una sola volta ha scritto di getto 40.000 parole, che poi però ha dovuto cestinare perché non collimavano con il resto della storia. Stuart è partito innanzitutto con l'omicidio: come è stato fatto, da chi è stato commesso e perché. Da lì sono stati poi inseriti gli indizi per poterlo risolvere e da lì poi è stato deciso il resto della storia.
- L'autore è alla fine della stesura del suo secondo romanzo, che vedrà la luce in Inghilterra a novembre. Avrebbe dovuto essere già finito un anno fa, ma nel frattempo gli è nata una bimba che lo ha tenuto più impegnato del previsto.
- Il libro potrebbe fra qualche tempo diventare una serie tv.
Spero vivamente che queste piccole perle sul libro possano mettervi la curiosità di leggerlo perché a mio avviso è un libro che merita davvero. Prossimamente in arrivo nel blog anche la mia recensione.
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