Sono in ritardo, anzi ritardissimo!! Questo mese a causa di influenze, fiere e varie, sono in mega- ritardo per le recensioni della Ipse Dixit challenge. Oggi vi voglio proporre la recensione di "La rosa del califfo" che risponde a due degli obiettivi della challenge di Veronica di She Was in Wonderland, ovvero: Retelling (di "Le mille e una notte) e copertina blu. Il libro era tra i consigliati nel post stesso della challenge e dato che era nel Kindle da un po' di tempo, ho colto l'occasione per sfoltire la mia tbr :3. Prima di leggere questa recensione, vi consiglio ovviamente di andare a leggere il post sul libro precedente di questa saga "La moglie del califfo".
Titolo: La rosa del califfo
Titolo originale: The Rose and the Dagger
Saga: La moglie del califfo #2 (The Wrath and the Dawn #2)
Autrice: Renèe Ahdieh
Anno di pubblicazione: 2017
Casa editrice: Newton Compton Editore
Genere: Retelling, fantasy
Titolo originale: The Rose and the Dagger
Saga: La moglie del califfo #2 (The Wrath and the Dawn #2)
Autrice: Renèe Ahdieh
Anno di pubblicazione: 2017
Casa editrice: Newton Compton Editore
Genere: Retelling, fantasy
Trama:
Shahrzad è stata la moglie del califfo del Khorasan. Era giunta nella sua dimora con lo scopo di vendicare la morte di altre fanciulle andate in sposa a lui. Poi il suo piano è saltato, Khalid non è infatti il mostro che tutti credono. È un uomo tormentato dai sensi di colpa, vittima di una potente maledizione. Ora che è tornata dalla sua famiglia, Shahrzad dovrebbe essere felice, ma quando scopre che Tariq, suo amore d’infanzia, è alla guida di un esercito e sta per muovere guerra al califfo, la ragazza capisce che deve intervenire se vuol salvare ciò che ama. Per tentare di evitare una sciagura, spezzare quella maledizione, ricongiungersi a un uomo di cui ora scopre di essersi innamorata, Shahrzad farà appello ai suoi poteri magici, a lungo rimasti sopiti dentro di lei…
Giudizio 3,5 su 5:
"La rosa del califfo" è stata una piacevole lettura, ma l'ho trovata una spanna sotto al primo titolo della duologia.
La storia riprende vedendo i due personaggi principali separati. Khalid sta cercando di rimettere in sesto la sua città dopo la tremenda tempesta scatenata da Jahndar al-Khayzuran. Addirittura fugge dal suo palazzo in incognito, per aiutare le persone più bisognose di aiuto nella ricostruzione.
Ritroviamo invece Shahrzad nell'accampamento degli alleati di Tariq, insieme alla sorella Irsa e al padre Jahndar, che è ancora in stato semi-comatoso dopo gli eventi della tempesta e che non si separa mai dal suo consunto libro.
Inizialmente Shahrzad non sa cosa fare. Sa che si trova in un territorio pericoloso ed in più ha visto che per l'accampamento girano anche dei pericolosi mercenari che non esiterebbero in secondo a prendersi la sua vita. In più c'è Tariq lì con lei, il ragazzo che la ama ancora, ma che è profondamente ferito avendo constatato dell'amore della ragazza per il califfo.
Dopo una notte in cui Shahrzad ha un sogno con Shiva, la sua defunta migliore amica, decide che è il momento di reagire. Sa che l'unica speranza di salvare Khalid e di capire come curare il padre che è debole e avvinghiato al suo misterioso libro, è raggiungere Musa-Zaragoza, il mago che ha incontrato una volta a palazzo. Decide allora di avvicinarsi a quel tappeto così logoro, ma anche così magico che la farà volare attraverso il deserto, per dirigersi dal mago. Qui farà la conoscenza di un mago del fuoco molto più potente, che la aiuterà nella sua missione.
Shahrzad riuscirà quindi a tornare da Khalid, ma la maledizione è solo uno dei flagelli di Khalid. Suo zio, il sultano della Patria, sta agendo nell'ombra per prendersi tutto il regno in questo momento di debolezza del Khorasan...
Come potete ben capire, anche in questo volume conclusivo, c'è molto da raccontare. Diciamo però che gli intrighi politici che erano predominanti nel primo libro sono messi in secondo piano rispetto alla parte di azione pura. Ci sono ancora un sacco di misteri da risolvere, magie da imparare a controllare e intrighi che accompagneranno il lettore in un intreccio interessante e stupefacente fino all'ultima pagina.
La narrazione è, come per il primo libro, molto fluente e con descrizioni appena accennate, ma sufficienti a rendere la giusta atmosfera. Anche in questo romanzo il lettore si trova di fronte a dei termini arabi che indicano vestiti, armi o accessori particolari, ma questa volta non vi è il glossario alla fine del libro come per "La moglie del califfo". Io sto parlando comunque dell'edizione digitale e non so se è presente in quella cartacea, ma comunque si tratta di un piccolo accorgimento che avevo trovato davvero molto utile e mi è dispiaciuto non trovarlo anche in questo capitolo conclusivo della saga.
I personaggi principali si sono evoluti rispetto al primo libro e approfondiamo la conoscenza di altri personaggi solo appena accennati nel precedente capitolo.
Shahrzad è il punto focale di questo romanzo. Un'eroina con la E maiuscola che nonostante le difficoltà riesce ad essere forte e a volte impertinente. La scoperta di avere la magia dentro di sè le dà una nuova nota di vitalità e potenza, ma purtroppo sembra che la sua magia sia limitata. Non riesce infatti a creare incantesimi dal nulla. Il suo nuovo amico Artan, il mago conosciuto da Musa Zaragoga, la sprona più volte ad esprimere il suo potenziale in modi piuttosto estremi, ma nonostante tutti i tentativi Shahrzad non manifesta magia se non con il tappeto magico. Ma non sarà questa mancanza a fermarla. Sotto il punto di vista personale la troviamo sicura delle sue azioni. Ormai Khalid è il suo unico amore, ma vivere in un accampamento dove si trova anche Tariq non è facile. La ragazza vorrebbe restare amica di quest'ultimo, ma lui è ancora troppo ferito emotivamente e al contempo si illude di poter riavere Sharhzad ora che è lontana dal califfo.
Per Khalid ora è diventato impossibile nascondere ai lettori il suo aspetto romantico e il suo spirito di sacrificio. La sua figura è ancora potente e pericolosa se colpita nei punti giusti, ma alcuni dei suoi più fervidi osteggiatori, cambieranno idea su di lui dopo averlo visto con Shahrzad. Khalid è sempre il temibile califfo del Khorasan, severo ma giusto ed estremamente innamorato della sua sposa.
Irsa, ovvero la sorella di Shahrzad, new entry di questo romanzo. Irsa è una giovane donna che è sempre stata protetta dalla sorella, ma che sta crescendo. Shahrzad stessa, fatica a coinvolgerla nei suoi piani, ma quando lo fa si rivela un elemento di supporto fondamentale in un paio di occasioni. Accanto a lei acquista spessore anche Rahim, il migliore amico di Tariq, che intreccia una dolcissima e delicatissima storia d'amore con Irsa.
Tariq è in pratica un'anima in pena. Dalla prima all'ultima pagina il suo cuore è in tumulto per aver perso il suo unico amore. Tuttavia, riesce a riconoscere il valore di Khalid e la sua devozione nei confronti di Shahrzad. Da un lato è un personaggio un po' triste e per cui il lettore prova un po' di pena, ma verso la fine riacquista forza e dignità.
Mi è dispiaciuto un sacco invece, che siano spariti per moltissime pagine Despina e Vikram, il Rajaput. Erano due personaggi molto belli e che secondo me potevano essere sfruttati meglio. L'autrice ha scelto invece di farli rientrare solo nell'ultima parte del romanzo. Un vero peccato. Inoltre si perde completamente uno dei personaggi che più mi era simpatico nel primo libro, ovvero Jalal. Si vede due secondi all'inizio e poi per pochissimo alla fine.. povero Jalal T.T.
Se da un lato i personaggi si sono evoluti e sono riusciti ad entrare nel cuore dei lettori, o perlomeno nel mio, dall'altro ci sono un paio di cose che non mi hanno esattamente entusiasmato.
La magia in primis. Finalmente la nostra protagonista scopre i suoi poteri, trova anche chi potrebbe guidarla nel loro sviluppo e.. e poi niente. Shahrzad inizia a dirigersi verso questi poteri e verso la magia, ma poi ad un certo punto sembra che non ci sia più. Sconfitta la maledizione di Khalid la magia non ha più senso di esistere fino al finale del libro.
Ne "La moglie del califfo" c'era questa sensazione che i poteri potessero essere uno dei punti cardine del sequel, invece non sono stati così importanti come mi sarei aspettata, tanto che improvvisamente è un argomento che viene accantonato così... mah. E con la magia viene anche accantonata la figura appena apparsa di Artan, che personalmente mi era piaciuta molto fin dal primo incontro.
Come secondo punto metto la risoluzione della maledizione di Khalid che per me è stata davvero pessima. Mi sarei immaginata chissà quali peripezie e difficoltà da affrontare... invece diciamo che è stato molto più semplice del previsto, tanto che appena dopo la metà del libro la maledizione è praticamente già sciolta. Sono molto perplessa di questa scelta.
In ultimo riprendo un po' il discorso dei personaggi. Ho già detto che Vikram, Despina e Jalal vengono accantonati e non mi è piaciuta come scelta, ma vorrei aggiungere il povero Artan alla lista. Entrata da pochissimo nel libro e così com'è arrivato, è anche sparito. A che pro inserire personaggi come Artan o la paurosa zia del mago per poi abbandonarli?
Il finale invece è veramente interessante. Non vi voglio svelare nulla, ma ci saranno lacrime, sorprese, voltafaccia, rapimenti e molto altro. Un libro che merita di essere letto solo per arrivare a quegli ultimi bellissimi capitoli.
In conclusione: un secondo ed ultimo capitolo con degli spunti interessanti, ma con dei personaggi che si eclissano e che non ha soddisfatto appieno le premesse del primo libro. I maggiori punti di forza sono i due protagonisti e il finale sorprendente fino all'ultima pagina.
-fine recensione-
Shahrzad è stata la moglie del califfo del Khorasan. Era giunta nella sua dimora con lo scopo di vendicare la morte di altre fanciulle andate in sposa a lui. Poi il suo piano è saltato, Khalid non è infatti il mostro che tutti credono. È un uomo tormentato dai sensi di colpa, vittima di una potente maledizione. Ora che è tornata dalla sua famiglia, Shahrzad dovrebbe essere felice, ma quando scopre che Tariq, suo amore d’infanzia, è alla guida di un esercito e sta per muovere guerra al califfo, la ragazza capisce che deve intervenire se vuol salvare ciò che ama. Per tentare di evitare una sciagura, spezzare quella maledizione, ricongiungersi a un uomo di cui ora scopre di essersi innamorata, Shahrzad farà appello ai suoi poteri magici, a lungo rimasti sopiti dentro di lei…
Giudizio 3,5 su 5:
"La rosa del califfo" è stata una piacevole lettura, ma l'ho trovata una spanna sotto al primo titolo della duologia.
La storia riprende vedendo i due personaggi principali separati. Khalid sta cercando di rimettere in sesto la sua città dopo la tremenda tempesta scatenata da Jahndar al-Khayzuran. Addirittura fugge dal suo palazzo in incognito, per aiutare le persone più bisognose di aiuto nella ricostruzione.
Ritroviamo invece Shahrzad nell'accampamento degli alleati di Tariq, insieme alla sorella Irsa e al padre Jahndar, che è ancora in stato semi-comatoso dopo gli eventi della tempesta e che non si separa mai dal suo consunto libro.
Inizialmente Shahrzad non sa cosa fare. Sa che si trova in un territorio pericoloso ed in più ha visto che per l'accampamento girano anche dei pericolosi mercenari che non esiterebbero in secondo a prendersi la sua vita. In più c'è Tariq lì con lei, il ragazzo che la ama ancora, ma che è profondamente ferito avendo constatato dell'amore della ragazza per il califfo.
Dopo una notte in cui Shahrzad ha un sogno con Shiva, la sua defunta migliore amica, decide che è il momento di reagire. Sa che l'unica speranza di salvare Khalid e di capire come curare il padre che è debole e avvinghiato al suo misterioso libro, è raggiungere Musa-Zaragoza, il mago che ha incontrato una volta a palazzo. Decide allora di avvicinarsi a quel tappeto così logoro, ma anche così magico che la farà volare attraverso il deserto, per dirigersi dal mago. Qui farà la conoscenza di un mago del fuoco molto più potente, che la aiuterà nella sua missione.
Shahrzad riuscirà quindi a tornare da Khalid, ma la maledizione è solo uno dei flagelli di Khalid. Suo zio, il sultano della Patria, sta agendo nell'ombra per prendersi tutto il regno in questo momento di debolezza del Khorasan...
Come potete ben capire, anche in questo volume conclusivo, c'è molto da raccontare. Diciamo però che gli intrighi politici che erano predominanti nel primo libro sono messi in secondo piano rispetto alla parte di azione pura. Ci sono ancora un sacco di misteri da risolvere, magie da imparare a controllare e intrighi che accompagneranno il lettore in un intreccio interessante e stupefacente fino all'ultima pagina.
La narrazione è, come per il primo libro, molto fluente e con descrizioni appena accennate, ma sufficienti a rendere la giusta atmosfera. Anche in questo romanzo il lettore si trova di fronte a dei termini arabi che indicano vestiti, armi o accessori particolari, ma questa volta non vi è il glossario alla fine del libro come per "La moglie del califfo". Io sto parlando comunque dell'edizione digitale e non so se è presente in quella cartacea, ma comunque si tratta di un piccolo accorgimento che avevo trovato davvero molto utile e mi è dispiaciuto non trovarlo anche in questo capitolo conclusivo della saga.
I personaggi principali si sono evoluti rispetto al primo libro e approfondiamo la conoscenza di altri personaggi solo appena accennati nel precedente capitolo.
Shahrzad è il punto focale di questo romanzo. Un'eroina con la E maiuscola che nonostante le difficoltà riesce ad essere forte e a volte impertinente. La scoperta di avere la magia dentro di sè le dà una nuova nota di vitalità e potenza, ma purtroppo sembra che la sua magia sia limitata. Non riesce infatti a creare incantesimi dal nulla. Il suo nuovo amico Artan, il mago conosciuto da Musa Zaragoga, la sprona più volte ad esprimere il suo potenziale in modi piuttosto estremi, ma nonostante tutti i tentativi Shahrzad non manifesta magia se non con il tappeto magico. Ma non sarà questa mancanza a fermarla. Sotto il punto di vista personale la troviamo sicura delle sue azioni. Ormai Khalid è il suo unico amore, ma vivere in un accampamento dove si trova anche Tariq non è facile. La ragazza vorrebbe restare amica di quest'ultimo, ma lui è ancora troppo ferito emotivamente e al contempo si illude di poter riavere Sharhzad ora che è lontana dal califfo.
Per Khalid ora è diventato impossibile nascondere ai lettori il suo aspetto romantico e il suo spirito di sacrificio. La sua figura è ancora potente e pericolosa se colpita nei punti giusti, ma alcuni dei suoi più fervidi osteggiatori, cambieranno idea su di lui dopo averlo visto con Shahrzad. Khalid è sempre il temibile califfo del Khorasan, severo ma giusto ed estremamente innamorato della sua sposa.
Irsa, ovvero la sorella di Shahrzad, new entry di questo romanzo. Irsa è una giovane donna che è sempre stata protetta dalla sorella, ma che sta crescendo. Shahrzad stessa, fatica a coinvolgerla nei suoi piani, ma quando lo fa si rivela un elemento di supporto fondamentale in un paio di occasioni. Accanto a lei acquista spessore anche Rahim, il migliore amico di Tariq, che intreccia una dolcissima e delicatissima storia d'amore con Irsa.
Tariq è in pratica un'anima in pena. Dalla prima all'ultima pagina il suo cuore è in tumulto per aver perso il suo unico amore. Tuttavia, riesce a riconoscere il valore di Khalid e la sua devozione nei confronti di Shahrzad. Da un lato è un personaggio un po' triste e per cui il lettore prova un po' di pena, ma verso la fine riacquista forza e dignità.
Mi è dispiaciuto un sacco invece, che siano spariti per moltissime pagine Despina e Vikram, il Rajaput. Erano due personaggi molto belli e che secondo me potevano essere sfruttati meglio. L'autrice ha scelto invece di farli rientrare solo nell'ultima parte del romanzo. Un vero peccato. Inoltre si perde completamente uno dei personaggi che più mi era simpatico nel primo libro, ovvero Jalal. Si vede due secondi all'inizio e poi per pochissimo alla fine.. povero Jalal T.T.
Se da un lato i personaggi si sono evoluti e sono riusciti ad entrare nel cuore dei lettori, o perlomeno nel mio, dall'altro ci sono un paio di cose che non mi hanno esattamente entusiasmato.
La magia in primis. Finalmente la nostra protagonista scopre i suoi poteri, trova anche chi potrebbe guidarla nel loro sviluppo e.. e poi niente. Shahrzad inizia a dirigersi verso questi poteri e verso la magia, ma poi ad un certo punto sembra che non ci sia più. Sconfitta la maledizione di Khalid la magia non ha più senso di esistere fino al finale del libro.
Ne "La moglie del califfo" c'era questa sensazione che i poteri potessero essere uno dei punti cardine del sequel, invece non sono stati così importanti come mi sarei aspettata, tanto che improvvisamente è un argomento che viene accantonato così... mah. E con la magia viene anche accantonata la figura appena apparsa di Artan, che personalmente mi era piaciuta molto fin dal primo incontro.
Come secondo punto metto la risoluzione della maledizione di Khalid che per me è stata davvero pessima. Mi sarei immaginata chissà quali peripezie e difficoltà da affrontare... invece diciamo che è stato molto più semplice del previsto, tanto che appena dopo la metà del libro la maledizione è praticamente già sciolta. Sono molto perplessa di questa scelta.
In ultimo riprendo un po' il discorso dei personaggi. Ho già detto che Vikram, Despina e Jalal vengono accantonati e non mi è piaciuta come scelta, ma vorrei aggiungere il povero Artan alla lista. Entrata da pochissimo nel libro e così com'è arrivato, è anche sparito. A che pro inserire personaggi come Artan o la paurosa zia del mago per poi abbandonarli?
Il finale invece è veramente interessante. Non vi voglio svelare nulla, ma ci saranno lacrime, sorprese, voltafaccia, rapimenti e molto altro. Un libro che merita di essere letto solo per arrivare a quegli ultimi bellissimi capitoli.
In conclusione: un secondo ed ultimo capitolo con degli spunti interessanti, ma con dei personaggi che si eclissano e che non ha soddisfatto appieno le premesse del primo libro. I maggiori punti di forza sono i due protagonisti e il finale sorprendente fino all'ultima pagina.
-fine recensione-
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