settembre 27, 2017

Intervista a... Jennifer Niven - parte 1

Incontrare Jennifer Niven è stata un'esperienza davvero forte per me. Emozione a livelli assurdi. Ci sarebbero state un milione di cose da chiederle ma purtroppo il tempo a disposizione era limitato. Dividerò in due l'intervista, anche perché ho circa due ore di registrazione quindi verrebbe una cosa lunghissima. Nella prima parte potrete trovare le domande fatte nella sala stampa di Pordenonelegge in cui il focus era proprio Jennifer Niven con i suoi libri, le sue passioni e i suoi prossimi progetti. La seconda parte invece sarà quella relativa all'incontro vero e proprio incentrato molto sul libro "L'universo nei tuoi occhi". Siete curiosi?

D- Abbiamo con noi Jennifer Niven, autrice statunitense di due best seller editi in Italia da DeAgostini "L'universo nei tuoi occhi" e "Raccontami di un giorno perfetto". Oggi è qui per presentare il suo ultimo romanzo che parla di due anime ferite che si incontrano e che in qualche modo iniziano a crescere insieme. Jennifer ci racconti un po' di questa storia intitolata "L'universo nei tuoi occhi"?

R- Ho deciso di scrivere questa storia perché mi era capitato di parlare con mio cugino che aveva 15 anni all'epoca e che soffriva di prosopagnosia, meglio nota come cecità facciale. Praticamente si tratta dell'incapacità di riconoscere i volti. Jack il personaggio principale del mio romanzo soffre di questa stessa patologia, non riesce a riconoscere i volti delle persone attorno a sè e nemmeno la propria faccia allo specchio. 
Ho chiesto quindi a mio cugino come facesse a ricordare le persone che amava e lui mi ha risposto che le riconosceva per le cose importanti come il numero di lentiggini o da quanto fossero gentili nei suoi confronti. E io ho pensato che fosse davvero un modo incredibile di vedere le persone e che noi tutti dovremmo vedere gli altri in base alle cose importanti. Quindi ho deciso di scrivere questo romanzo basato sul fatto di vedere ed essere visti per quello che siamo veramente.


D- Nel tuo romanzo i due protagonisti entrano in conflitto perché Jack in qualche modo prende di mira Libby, che è molto sovrappeso. In qualche modo sfoga la sua frustrazione e il suo dolore con lei, però poi il loro rapporto si evolve. Come ha affrontato questo tema? Come ha elaborato l'incontro inizialmente violento ma che poi restituisce qualcosa di positivo?

R- Sapevo come sarebbe stato il primo incontro tra Jack e Libby, sapevo che sarebbe stato piuttosto sconcertante e offensivo per la protagonista femminile.  Il mio obiettivo, e anche la mia sfida, con Jack era quello di rendere questo personaggio piacevole ai lettori e fare in modo che nonostante la cosa orribile che lui aveva fatto nei confronti di Libby, non si arrendessero con lui, che non rinunciassero e cancellassero subito questo personaggio. 
I lettori dovevano capire che anche lui aveva una storia di dolore, sofferenza e paura. Infatti molto spesso nei casi di bullismo è la persona che esercita questo bullismo ad avere paura e ad essere profondamente insicura. Io volevo che i lettori si affezionassero a Jack, pur essendo egli un personaggio fallato e che ha sicuramente dei grandi difetti. Poi accade questa scena e la scuola gestisce molto seriamente questo caso, ma il bello è che Libby non lo perdona subito. 
Ho voluto introdurre così la loro storia perché molto spesso nella letteratura per giovani adulti si verifica molto spesso quello che viene chiamato l'insta-love, cioè l'amore istantaneo dove tutti si innamorano subito e tutto accade molto velocemente. Io invece volevo che ci fosse un percorso più reale, doloroso, ma allo stesso tempo gentile. 

D- Tu sei giovane, ma parli di personaggi ancora più giovani. Compi delle ricerche in campo giovanile che è sempre in evoluzione per scrivere i tuoi libri? Puoi dirci qualcosa di più sulla prosopagnosia, di che genere di disturbo si tratta?

R- Grazie per avermi dato della giovane, lo apprezzo molto. Io in effetti dentro mi sento giovanissima, una quindicenne. E questo fatto che io mi senta giovane si rivela molto utile per il lavoro che faccio, ciò scrivere per giovani adulti. Volevo poi aggiungere che secondo me i giovani lettori in realtà sono uguali, nel senso che provano dei sentimenti che proviamo anche noi, che sono universali e che non hanno a che fare con l'età o con il luogo dove si nasce o si vive. Sono dei sentimenti che possiamo identificare con il desiderio di appartenenza, di contare qualcosa, di sentirsi ascoltati, di essere visti per chi si è e di essere amati. Questi sono sentimenti universali che tutti condividiamo ma che i teenager probabilmente sentono in maniera molto più forte. 
Per quel che riguarda la prosopagnosia è una patologia neurologica. Noi abbiamo nel cervello una piccola parte che è adibita al riconoscimento dei volti delle altre persone e si può nascere con un danno a questa piccola porzione di cervello, oppure la si può contrarre in seguito ad una malattia o ad un trauma cranico.

D- Perché prendi questa fascia di età per i tuoi romanzi? E dato che questi sono ambientati all'interno delle mura scolastiche, dove i ragazzi passano la maggior parte del tempo, può intendersi come lo specchio della società dei giovani in america?

R- Ho iniziato a scrivere letteratura per giovani adulti con il romanzo "Raccontami di un giorno perfetto", prima mi ero dedicata alla fiction e non-fiction per adulti. Però avevo sempre letto con molto piacere la letteratura per giovani adulti ed ho iniziato a scrivere in questo genere letterario proprio perché ritengo che questo tipo di letteratura sia molto coraggioso ed anche necessario e io volevo far parte di questo mondo. Ho poi anche una vicenda autobiografica che mi interessava raccontare, cioè quella di un ragazzo di cui ero molto innamorata quando avevo vent'anni. L'ho perso perché si è suicidato. Però sono dovuti passare diversi anni prima che io avessi lo stacco necessario per poter raccontare questa storia, e i personaggi sono più giovani rispetto a me all'epoca proprio per mantenere quella distanza. Inoltre ho scelto l'ambientazione della scuola superiore proprio per focalizzare l'attenzione su questo problema dilagante che è appunto il suicidio giovanile. Io all'inizio non ero riuscita a parlare del suicidio di questo ragazzo e questo libro è un po' il mio modo di farlo ad anni di distanza. Ho deciso di farlo ed ho pensato che potesse essere di aiuto per altri giovani ragazzi che vivono un periodo che può essere molto doloroso.
Per quel che riguarda la scuola direi di sì, che è in un certo senso lo specchio della società americana. Credo che anche dopo molti anni che si sono finite le superiori noi continuiamo comunque a sentirci "alle superiori" in quanto molto spesso le dinamiche che riscontriamo in questo periodo della nostra vita, sono simili a quelle che si affrontano da adulti. Ritengo che quel periodo sia come una palestra, utile e dolorosa per la vita successiva.

D- Del libro "Raccontami di un giorno perfetto" si sa che è in programmazione un film. Si sa qualche dettaglio in più?

R- In questo momento sto scrivendo la sceneggiatura e le riprese dovrebbero iniziare a gennaio 2018. Ovviamente sono molto entusiasta di ciò. Attualmente non abbiamo ancora scritturato un attore per la parte di Finch, proprio perché dalla regia vogliono trovare un ragazzo con l'età giusta. Siccome durante questa età i ragazzi cambiano dal giorno alla notte e crescono velocemente, cambia la voce etc.. vogliono scegliere l'attore poco prima delle riprese, forse il mese prossimo. Per me è un periodo molto emozionante e rivedo il copione varie volte in un processo continuo.
So di essere molto seguita in Italia grazie a "Raccontami di un giorno perfetto" e questo libro mi ha permesso di viaggiare ed incontrare i miei lettori in tutti i paesi come Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Filippine, Germania, Scandinavia e in particolare in Olanda. Un successo travolgente che ha cambiato la mia vita sotto molti punti di vista.

D- Nel tuo sito sono collegati ben due blog relativi al libro "Raccontami di un giorno perfetto", ovvero eleanorandviolet.com e il germmagazine.com. Come mai la decisione di portare questi due blog dal libro alla realtà? Collabori spesso al Germ?

R- Quando ho scritto "Raccontami di un giorno perfetto" mi era venuta l'idea di creare questi due siti che i lettori avrebbero potuto scoprire. Come sappiamo nel libro c'è il sito eleanorandviolet.com, tenuto dalle due sorelle, il cui ultimo post è proprio quello mandato online il giorno dell'incidente di Eleanor. Due ragazze, ovvero Briana e Shelby, che sono attualmente editor al Germ, si sono divertite a ricreare i post a quattro mani di questo sito  (Briana come Violet e Shelby come Eleanor) fino all'ultimo riportato appunto nel libro. Ovviamente questo sito non verrà più aggiornato. Il Germ invece esiste da circa quattro anni perché mi era venuta l'idea di creare un sito per teenager, scritto da teenager dove i giovani potevano sentirsi parte di una community, per parlare dei propri problemi e per leggere articoli pertinenti. Una sorta di diario mezzo life-style mezzo letterario. All'inizio io ero molto più coinvolta e intervenivo giornalmente mentre adesso mi avvalgo di due bravissime redattrici-capo Briana e Jordan che ormai sono diventate indipendenti. Loro si occupano di rivedere gli articoli, ingaggiare staff se serve e io ci passo solo di tanto in tanto. Quando lo vedo mi sento comunque orgogliosa perché ci sono molti lettori dei miei libri ma anche non, felici di far parte di questa community.

D- Vorrei sapere cosa ne pensi di altri libri che trattano di problemi giovanili, tipo Tredici, che è stato trasformato in una serie televisiva. Se hai visto la serie, cosa ne pensi?

R- Sì, ho guardato la serie televisiva e conosco anche molto bene Jay Asher, autore del libro da cui la serie è stata tratta. Devo dire che questa serie ha scatenato molte discussioni decisamente molto interessanti. Infatti uno dei lati positivi dell'aver fatto questa serie è che adesso abbiamo cominciato a parlare seriamente di questi problemi. So che tante scuole negli Stati Uniti organizzano una visione comune di Tredici a cui partecipano sia studenti sia adulti, per poi avere una discussione successiva. So che ci sono state delle controversie per l'epilogo della serie, ma ripeto: la cosa positiva di questa serie è che ha scatenato delle discussioni, per quanto accese, ma che comunque portano l'attenzione su questo problema. Molto spesso i teenager vengono mostrati in televisione in un mondo tutto glamour, luccicante e le parti spesso vengono affidati ad attori di 25 anni e questo non rispecchia la realtà. In serie come questa invece, i ragazzi si riconoscono e si vedono per come sono.

D- Come mai la scelta di Libby, la protagonista di "L'universo nei tuoi occhi" che ha tanti problemi, tra i quali essere in carne, dove di solito abbiamo protagoniste belle e snelle? Si tratta anche di un richiamo al problema dell'obesità negli Stati Uniti?

R- Mi era capitato spesso di parlare con giovani lettori e con i loro familiari, del fatto che non si sentivano rappresentati nella letteratura a loro dedicata, proprio perché magari non rappresentavano la consueta immagine dell'eroina perché erano un po' più in carne o non erano perfetti. In questo romanzo volevo che loro si riconoscessero tra le pagine, perché la diversità è un aspetto importante da sottolineare. Soprattutto le ragazzine, al giorno d'oggi, hanno molti problemi per come appaiono. Volevo quindi che ricevessero questo messaggio, ovvero che bisogna sentirsi belle sempre.
Uno dei temi principali de "L'universo nei tuoi occhi" è che tutti si devono sentire voluti e amati sempre.

D- Mi sembra di capire che in tutte le storie che scrivi c'è la componente personale che ti fa prendere in mano la penna per scrivere.

R- Fino al momento in cui ho scritto "Raccontami di un giorno perfetto", io avevo sparpagliato pezzi di me nelle mie opere precedenti ma non mi ero mai rivelata apertamente. Questa è stata una delle critiche che mi rivolgevano spesso i miei colleghi della sceneggiatura, quello essere troppo riservata e di tenere tutto dentro. Quando però è uscito questo romanzo, ho dimostrato a me stessa che posso farlo, che posso veramente mettere tutta me stessa in un romanzo. Si tratta di una storia che parte appunto da una mia esperienza personale di questo evento doloroso, appunto di questo ragazzo che ho perso, ed era una cosa di cui non mi piaceva parlare, figuriamoci scriverla. Quando invece l'ho fatto ed ho pubblicato il libro, mi sono resa conto che gli adolescenti sono affamati di queste storie, ne hanno bisogno. Ho quindi ripetuto l'esperienza anche con "L'universo nei tuoi occhi" che contiene diverse parti prese proprio dalla mia vita personale. 
Ogni tanto c'è la tentazione di scrivere qualcosa di più dolce, visto sotto una lente più morbida e rosa, però poi ci sono fatti come quello di qualche tempo fa.... Ero in Texas ad un evento, ed un ragazzo alzandosi mi dice "Mi promette che continuerà a scrivere queste storie oneste e coraggiose che hanno per protagonisti ragazzi come me?". Quindi di fronte ad una richiesta del genere, non posso più fermarmi.

D- Quindi le tue prossime opere tratteranno sempre di problematiche giovanili?

R- Forse potrei tornare alla fiction per adulti, però dovrei trovare un soggetto che mi attiri. Credo però di essere più propensa a restare nella letteratura per i giovani adulti perché sento che il mio cuore è proprio lì. Al momento sto lavorando su due progetti. Uno è un romanzo auto-conclusivo che tratta sempre di problematiche giovanili, mentre di un altro libro, sempre per giovani adulti, ho già venduto i diritti e collaborerò con un altro autore, di cui però non posso ancora fare il nome perché presto ci sarà l'annuncio ufficiale. 

-fine intervista-

Mi preme specificare che ho adorato ogni singolo momento con Jennifer e che la sua affabilità ha toccato le stelle quando ha voluto una foto di gruppo con tutte le persone che erano presenti alla sala stampa. Che dire, meravigliosa ^^ Vi aspetto alla seconda parte!

2 commenti:

  1. Waooo. È stato bello leggere un'intervista così fitta! ♡
    Ancora non ho letto i suoi romanzi però le risposte che ha dato mi hanno già fatto innamorare di questa autrice. Mi piace che tratti problematiche adolescienzali diverse dai soliti che si trovano nelle young adult e mi piace che le sue protagoniste non siano le solite perfettine magre e carine e soprattutto mi piace l'idea di una storia d'amore più lenta e reale. Cercherò di recuperare il primo possibile i suoi romanzi ^^

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    1. Devi, assolutamente. Vale davvero la pena di leggere i suoi libri <3 Poi devi farmi sapere cosa ne pensi ^^

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