Leggere leggere, recensire recensire. La reading challenge dice che sono sotto di 3 libri, ma spero di recuperare velocemente nelle prossime settimane, anche perché ho ancora un paio di libri che mi sono arrivati come regalo di compleanno ancora da leggere.
Shadow è proprio uno di questi. Grazie alla sua trama molto promettente e la copertina molto bella, era finito nella mia WL e quindi poi fra le mie manine. Ecco a voi la recensione di Shadow - Le terre delle anime perse- di Sarah Fine.
Titolo originale: Guards of the Shadowlands - Sanctum
Serie: Guards of the Shadowlands #1
Autrice: Sarah Fine
Anno di pubblicazione: 2015
Casa editrice: Mondadori
Collana. Chrysalide
Genere: urban fantasy, dark fantasy
Trama:
Lela è un'adolescente con un passato pesantissimo alle spalle. Fin da quando era piccola è stata data in affido a varie famiglie per poi essere affidata a quella sbagliata, dove il patrigno la violentava.
Durante quel periodo ha tentato una volta il suicidio ed ha visto un luogo infernale dove altre anime perse come lei, varcavano degli enormi cancelli verso una tetra città. Il patrigno è riuscito a salvarla ricominciando però ad abusare di lei.
Con l'ultima famiglia affidataria è riuscita a trovare un po' di stabilità, grazie anche a Nadia. Quest'ultima è la classica reginetta della scuola che prende molto a cuore Lela ed insieme pianificano un futuro insieme all'università. Nadia però compie un gesto estremo: si suicida e tutti sono sconvolti, in particolar modo Lela.
Da quando Lela è tornata da quel luogo infernale ha sempre visto degli squarci di quel mondo nei suoi sogni e dopo la morte di Nadia, riesce a vedere attraverso i suoi occhi quella tetra città. Nadia è spaventata ed inerme e Lela decide che deve salvarla ad ogni costo... Tornare in quel luogo, affrontare i suoi demoni, e sacrificare la sua vita. Riuscirà a salvare Nadia? E soprattutto, riuscirà a salvare sé stessa? Forse con l'aiuto di un cavaliere...
Giudizio 4 su 5:
Un libro davvero avvincente!
Partiamo come sempre dalla scrittura semplice e scorrevole ma con qualche errore penso più che altro di distrazione o di stampa, quindi tutto sommato trascurabili.
La trama in sè è molto affascinante perchè è complessa, ma l'autrice riesce piano piano a far entrare il lettore in questo mondo degli inferi. Tutto è spiegato a tempo debito e non si crea confusione.
Lela quando ritorna nel mondo dei morti, rinuncia a restare in quella che viene chiamata la "Campagna" dove tutti sono felici ed appagati, per tornare nella città delle anime perse appunto, ovvero una città dove sono raccolte le anime dei suicidi. Qui viene a scoprire che ci sono tre tipi di creature che si possono incontrare:
- le anime, ognuna che pensa per sè e va in giro a vagare senza meta
- le guardie a protezione delle anime
- i Mazikin ovvero dei demoni che si sono impossessati dei corpi delle anime più deboli e li usano per combattere le guardie. Il loro obiettivo è riuscire ad evadere da quelle terre.
Lela si trova a vagare per la città e per sbaglio incontra un Mazikin che la vuole rapire. Fortunatamente una guardia la salva e la porta nel Quartier Generale dove il capitano delle guardie di nome Malachi la interroga.
Subito Lela lo riconosce in quanto lo aveva visto combattere contro dei Mazikin attraverso gli occhi di Nadia e non si fida di lui. Nonostante ciò si fida di lui e gli confida il motivo della sua discesa nell'oltretomba. Ci saranno degli eventi che non vi sto a raccontare, ma fatto sta che alla fine Malachi, Lela e Ana, una ragazza appartenente al corpo delle guardie, partono in una missione non ufficiale per recuperare Nadia.
Durante questa missione Lela e Malachi si avvicinano molto ed è da subito chiaro che fra loro è scattata una scintilla...
Insomma, una trama di tutto rispetto, piena di intrighi, amore ed azione.
Dovrebbe essere la miscela giusta che piace a me, eppure qualcosa mi ha trattenuta. Diciamo che la prima parte di introduzione al personaggio l'ho vissuta molto velocemente, mentre quando il trio parte alla ricerca di Nadia mi è parso molto più lungo e pesante. Vengono trattati molte volte i problemi di Lela ed è una continua analisi interiore, un continuo riproporre il suo passato in varie salse ma che alla fine a me è risultato molto come una ripetizione.
Da un lato mi è piaciuto il fatto che Lela si sia aperta piano piano con Malachi e che riesce ad accettare il suo passato poco per volta, ma come ho già detto alla lunga risulta pesare molto sul ritmo del libro.
Passiamo ora ai personaggi ed iniziamo ovviamente da:
Lela: ragazza di diciassette anni, che è stata profondamente segnata dalla vita. Uno dei padri affidatari abusava di lei ed una volta lei si è ribellata, finendo prima in carcere e poi in una nuova famiglia, stavolta quella buona. Lela ha sviluppato un carattere forte che ha affascinato Nadia da subito. Le due erano il sostegno una per l'altra e Lela credeva di essere quella con più bisogno di aiuto, invece è proprio Nadia quella più in difficoltà tanto che si impasticca fino alla morte.
Farà i salti mortali e guarderà in faccia qualsiasi pericolo pur di riprendersi la sua migliore amica e portarla alla Campagna dove poter riposare in pace.
Non si fida di nessuno e la sua attrazione per Malachi le farà perdere la testa. Darà retta alla ragione o al cuore?
Malachi: un umano che è entrato a far parte delle guardie da molti anni. Anche il suo passato è segnato da molta tristezza, ma sta cercando di trovare anche lui la via verso la Campagna. L'arrivo di Lela sconvolgerà i suoi piani e sarà disposto a qualunque sacrificio per lei.
Tutti gli altri personaggi sono ben caratterizzati, da Raphel, Ana, i Mazikin... tutti e dico tutti i personaggi secondari hanno avuto una degna apparizione.
Non mi capita spesso di parlare dell'ambientazione di un libro, ma questa merita. Ci troviamo in una specie di purgatorio dove vediamo degli omoni a guardia dei cancelli e un fiume di anime perdute che vi entra. La città è eternamente buia e non splende mai il sole. Qui ci sono tantissimi edifici che rendono la città scura ed uno solo bianco al centro che ha da sempre attirato la protagonista. L'ambiente in cui si svolge la storia è strano ma bello in quanto le persone sono occupate dai loro problemi esistenziali, o meglio i problemi che li affiggevano anche in vita, come nel caso di Nadia erano le pasticche. E si possono procurare qualsiasi cosa vogliono, quindi se vogliono una casa, quella spunta dal nulla, creando un ammasso sempre più grande di edifici. Questa idea del purgatorio è assolutamente stupenda e l'ho trovata geniale.
Ogni suicida deve fare i conti con quello che ha lasciato in sospeso in vita, una volta che risolverà i suoi problemi se ne potrà andare dal Giudice e cambiare residenza (nel bene o nel male).
Quindi l'ambientazione sia per quanto riguarda l'ambiente sia per quanto riguarda il sistema di funzionamento di questa città è ben pensato.
In conclusione: un libro ben scritto e pensato con dei personaggi forti e delle ambientazioni pazzesche. Un po' pesante in alcuni punti, ma va decisamente letto!
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