Ogni tanto mi ricordo di passare per le biblioteche per scavare negli anni passati e scovare qualche libro fantasy che ormai ha avuto successo ed è passato di moda, oppure per trovare libri sconosciuti e dargli una possibilità. Il libro che recensisco oggi è intitolato Angeli dell'Apocalisse tra il bene e il male. La casa editrice ha purtroppo pubblicato solo il primo dei quattro capitoli della saga, lasciando cadere nel dimenticatoio il nome di questa autrice. Vi anticipo che il libro in sostanza lo possiamo benissimo leggere anche da solo senza bisogno dei restanti tre e basta, adesso veniamo alla recensione vera e propria.
Titolo originale: Hunger
Saga: Riders of the Apocalypse #1
Autrice: Jackie Morse Kessler
Anno di pubblicazione: 2011
Casa editrice: Newton Compton Editori - Collana Vertigo
Genere: gotico, fantasy, YA
Trama:
Lisa è una diciassettenne che è fissata con il peso. Si vede grassa e a causa di questo fa sempre esercizio fisico e sta molto attenta a quello che mangia, portando il suo fisico ad un indebolimento estremo. La ragazza è talmente depressa che cerca anche di suicidarsi con le pillole di sua madre, ma proprio mentre sta per lasciarsi andare, riceve la visita di Morte che le propone una via di uscita dall'eterno sonno: la nomina Carestia.
In quanto Carestia, ovvero uno dei quattro Cavalieri dell'Apocalisse, il suo compito sarà quello di portare la devastazione a galoppo del suo nero destriero.
Lisa affronta così due grossi problemi: uno dentro di sè, l'anoressia, e uno al di fuori, la fame nel mondo.
Giudizio 3/5:
Non fraintendetemi, il libro è interessante e mi è piaciuto molto, solo che è molto fuori dai miei schemi e forse stavolta sono io che non ho saputo apprezzare il libro fino in fondo. Vediamo se riesco ad esprimermi più precisamente.
La scrittura è semplice e scorrevole, ma manca in profondità. Alcune descrizioni e alcune situazioni potevano essere approfondite di più o ampliate. In ogni caso è un libro che si legge in pochissimo tempo, infatti a me sono bastate poche ore per finirlo, merito anche dello stile Vertigo, che di solito usa caratteri molto grandi e facilita la lettura.
La trama secondo me si inceppa in un paio di punti e la parte relativa al fantasy non è chissà che, non vi aspettate nulla di eccezionale. Quello che è importante in questo libro invece, è la lotta interiore di Lisa con la sua malattia, non per niente il titolo originale del libro è Hunger, Fame. Invece di essere un fantasy vero e proprio, l'autrice condisce un racconto di dura vita reale con una sfumatura di fantasia, permettendoci di riflettere sui disturbi alimentari e sulla fame nel mondo. Sono davvero due temi molto importanti che al giorno d'oggi vengono sottovalutati o peggio ignorati, ma che sono sempre presenti.
Lo sapevate che nei Paesi industrializzati secondo una statistica, su 100 ragazze tra i 12 e i 25 anni, l'8-10% soffre di disturbi alimentari?
Grazie a questo libro abbiamo una testimonianza di prima mano su cosa pensa una ragazza anoressica. Lo dice l'autrice stessa nei ringraziamenti che ha sofferto per alcuni anni di questo disturbo, e che per il personaggio di Lisa si è ispirata ad un'amica che l'ha trascinata in questo problema.. un po' come ha fatto il personaggio di Tammy.
I personaggi sono descritti dal punto di vista di Lisa. Vede Tammy come un'eroina che ha il totale controllo su ciò che mangia, un esempio da seguire. Nei primi capitoli dice che si mangia 20 biscotti e poi tranquillamente usa il bagno e li vomita poi. Lisa non riesce a farlo e quindi si costringe alla fame e all'intenso esercizio per poter perdere peso e non vedersi così grassa allo specchio. Inizia a disprezzare il suo ragazzo perché può mangiare ciò che vuole ed ha rotto un'amicizia storica perché la sua ex migliore amica le aveva detto sinceramente che pensava fosse anoressica. Descrive suo padre come un uomo buono e pacato, ma purtroppo in balia della moglie e sua madre come una persona sempre impegnata in tante cause benefiche, esigente nei confronti della figlia ed ottusa di fronte al suo evidente problema.
Ovviamente sono le sensazioni di Lisa che descrivono i personaggi in un certo modo e deve essere la lente attraverso cui li vede una persona che soffre di questa malattia.
La parte fantasy non è eccezionale. Carestia inizia a girare il mondo e si rende conto della povertà che regna in alcuni Paesi dove Pestilenza ha lasciato il suo marchio, e dell'ingiustizia di altre zone che invece mangiano, sprecano cibo e non sono mai sazi. Decide così di usare i suoi nuovi poteri per punire o premiare la gente che incontra. Attraverso questi suoi viaggi incontra anche Guerra che la disprezza apertamente e la porterà ad uno scontro all'ultimo sangue.
La parte fantasy serve a far capire alla protagonista che c'è decisamente qualcosa che non va in lei e che deve cambiare, ma come ho già detto non aspettatevi nulla di che.
Tirando le somme dico che: è un libro interessante, poco fantasy ma molto istruttivo e riflessivo. L'autrice è riuscita nel suo intento di descrivere con maestria un problema attuale e a sensibilizzare il lettore sul delicato tema dei problemi alimentari.
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