novembre 14, 2018

Le fiabe del dodo #33

Era da luglio che non dedicavo un post al riassunto di una fiaba... e finalmente ho trovato un piccolo spazietto dove riprendere questa abitudine.. (spero XD). Ormai i miei autori di fiabe preferite li conoscete, sono sempre loro i mitici fratelli Grimm. La fiaba di oggi è intitolata "Il povero garzone di mugnaio e la gattina" ed è molto simile ad un'altra fiaba loro che ho letto come dinamica, però al posto della gattina c'era il diavolo. Alcune delle loro fiabe si somigliano davvero molto cambiando solo pochi dettagli e quindi ogni tanto ho una sensazione di dejavu leggendo le loro opere. In ogni caso ho scelto la versione della gattina invece del diavolo perché mi sembrava più carina.


Il povero garzone di mugnaio e la gattina.

C'era una volta un mugnaio che non aveva moglie e figli. Con l'avanzare dell'età, aveva preso in bottega tre garzoni che lo aiutavano ed un giorno gli disse che chi dei tre gli avesse portato il cavallo più bello, avrebbe avuto in dono il suo mulino.
I tre così partirono, ma i primi due erano più furbi del terzo. Decisero di riposare tutti e tre in una caverna, ma quando il più giovane dei tre si fu addormentato, venne abbandonato dagli altri due che volevano trovare per primi questo cavallo per avere il mulino.
Quando si svegliò, il giovane era totalmente perso ed uscito dalla grotta, non seppe ritrovare la strada nel bosco. Lo incrociò una gattina che gli propose un patto: lavorare per lei per sette anni in cambio di uno dei suoi cavalli, ed il giovane accettò.
Si ritrovò in un regno fatato dove veniva lavato e curato da altri gattini ed in cambio lui spaccava la legna d'argento con un'accetta d'argento, oppure falciava il prato con una falce d'argento.
La gattina era molto soddisfatta del suo lavoro e quasi allo scadere dei sette anni, gli fece compiere un ultimo progetto: una casetta di legno argentato. Alla fine del loro patto, il garzone volle vedere i cavalli che erano anch'essi splendidi esemplari argentati.
Stava quasi per portarsene uno a casa, quando la gattina lo fermò. Gli disse che il cavallo che tanto agognava, gli sarebbe stato portato direttamente dal mugnaio tre giorni dopo. Così dopo i sette anni di servizio, il giovane venne congedato e ritornò al mulino tramite le indicazioni della gatta.
Il mugnaio e i due garzoni più anziani furono molto sorpresi di vederlo. Entrambi i suoi avversari avevano procurato un cavallo, ma uno era cieco e l'altro zoppo. Dato che il garzone non aveva avuto modo di comprarsi vestiti o di lavarsi, venne messo a dormire insieme alle oche.
La mattina dopo ci fu un gran chiasso. Alla porta del mulino si presentò una carrozza trainata da sei cavalli ed uno a seguito. Dalla carrozza ne uscì una splendida principessa che chiese del garzone, che fu mandato a prendere dai servitori e sistemato a dovere. 
Il garzone divenne così un figurino e la principessa, che era la dolce gattina, lasciò il cavallo al mugnaio che non aveva mai visto creatura più bella.
Al giovane garzone venne così concesso di avere il mulino, ma la principessa invece gli propose di diventare il suo sposo e di andare a vivere insieme nella casetta che aveva costruito il garzone stesso poco tempo prima. In realtà la casetta diventò uno splendido castello dove il garzone e la principessa vissero tutta la loro vita.

Commento:

Non c'è una morale, anche se i Grimm nelle ultime righe della fiaba dicono: anche gli stolti possono avere fortuna. Questa fiaba mi è piaciuta perché è scritta per puro intrattenimento, come classica fiaba della buonanotte per bambini, senza streghe o mostri cattivi. Come dicevo prima, vi è una versione di questa fiaba dove un giovane affamato decide di prestare servizio per sette anni presso il diavolo e viene ricompensato con tantissimo oro. Il concetto più o meno è lo stesso, ma senza mostri.

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