ottobre 31, 2017

Dinah's Tree Special #10 - Necrotica

Rubrica Dinah's Tree: ispirata ovviamente ad Alice nel Paese delle Meraviglie. Dinah, la gattina, è l'unico personaggio del libro di Carroll, che Alice lascia nel mondo reale, quindi rappresenta un qualcosa al di fuori di "Wonderland". Per questo in Dinah's Tree sono inseriti i consigli di libri che mi arrivano dal mondo esterno.


Buon Halloween! Oggi uno special della rubrica Dinah's Tree pensata proprio per questa giornata.
Il libro che vi sto per consigliare è una raccolta di poesie a tema vampiresco. Una silloge che ben accompagnerà questa serata dell'anno.

Titolo: Necrotica - trama di un sogno e sottile raso d'incubo
Autrice: Jessica Tommasi
Prefazione a cura di Tatiana Sabina Meloni
Editore: autopubblicato
Data di uscita: marzo 2016 (versione inglese disponibile dal 2017)
Lunghezza: 96 pagine
Genere: Dark fantasy, poesia
Link al libro QUI

Trama:

"L’Immortalità ha da sempre affascinato l’uomo. Sacerdoti, alchimisti, ricercatori basano i loro studi per prolungare la vita umana quanto più possibile, per combattere la paura della morte. Poi ci sono i Vampiri. Il lapislazzuli non protegge dalla luce del sole, che è rigorosamente vietata. I sentimenti scemano pian piano, lasciando solamente una gran collera dentro di te, una furia incapace di essere colmata anche col sangue. Doversi attenere a Patti Antichi andando contro il tuo essere, dover rifuggire le persone che si amano, con cui si è stretto un profondo legame. Dover mentire sulla propria identità, sulla propria età, mostrarsi più stolti ed ignoranti di quanto non si è davvero. Dover custodire il segreto dei Secoli passati. Dover combattere contro superstizioni umane. È la dannazione, non il raggiungimento della Perfezione. I Figli vanno scelti con cura. Coloro che hanno un animo predisposto all’adattamento e alla sapienza. Coloro che sono pronti a rinunciare a tutto, senza paura, seppur con riverenza. Coloro che non pongono mai interrogativi, ma sottomettono il loro volere ai più Anziani. Coloro che sono fedeli e che mai mostrano pentimento. Quindi pensateci. Pensateci prima di compiere un passo su un terreno instabile e pregno di dolore, di rabbia, d’insoddisfazione, di vendetta. Questa è la Condanna più grande che Dio potesse dare." 


Silloge poetica costituita da cinquantacinque componimenti, in ordine non cronologico, inerenti alla figura del Vampiro. Essa è volutamente atipica, in quanto strutturata in maniera più simile a una raccolta di racconti o a un romanzo breve. (Prefazione, preambolo, prologo...). Contiene, dopo le svariate poesie, alcune curiosità e un racconto bonus a fine libro.

Commento:

Ho letto questa raccolta molto volentieri ed ho apprezzato davvero molto l'introduzione con molte informazioni sul mondo vampiresco. Vorrei riprendere alcune parole della prefazione a cura di T.S. Mellony, che descrive così questa raccolta:
"Silloge dai palati fini e stomaci forti, si potrebbe dire, riservata a chi conosce e non teme né la morte né l'isolamento (...) Siamo abbandonati a noi stessi e coloro che faranno la loro comparsa nella nostra esistenza - terrena o spirituale - sono solo attoruccoli di uno spettacolo macabro e senza fine."

La raccolta mi è piaciuta molto perché emerge la figura classica del vampiro, ovvero quella di un'anima dannata e abbandonata da Dio. Il vampiro è senza ombra di dubbio una delle creature più misteriose ed affascinanti della letteratura ed in questi componimenti ritroviamo tutta una serie di sfaccettature diverse che lo caratterizzano. Un essere dal cuore nero che brama la sopravvivenza ma al tempo stesso ha dei forti sensi di colpa.

Le poesie sono molte e non è possibile analizzarle tutte. Vi riporterò però una delle mie preferite, intitolata Inedia, per darvi giusto un assaggio di quello che troverete in questa raccolta.
"I sanguinacci sono vani,
artifici da avanspettacolo.
Goffi tentativi di ammansire
ciò che Dio ha concesso
in un solo momento di tormento,
una fame rossa."
Da queste righe ho sentito la malvagia lucidità di un essere ormai divorato dalla sua stessa sete di sangue e che non pensa ad altro che a dissetarsi. Il vampiro che considera tutto il resto un piccolo teatrino diversivo durante la sua lunga esistenza e che l'unica cosa che davvero importa, è riuscire ad essere soddisfatto. O forse semplicemente è il tormento di una creatura che ha provato a non bere del sangue, ma che alla fine ha comunque dovuto cedere per far smettere l'agonia della sete.
Ditemi voi con quale delle due interpretazioni vi trovate più d'accordo :3

Stasera quindi, mettetevi in un lettone caldo, con luci soffuse e con queste poesie da leggere.

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