luglio 01, 2017

Mare di libri 2017 : le interviste

Eccoci infine al post che più di tutti mi spaventava: le interviste. Ancora una volta devo ringraziare le mie compagne di avventura perché con loro ho avuto un pizzico in più di coraggio per affrontare queste due autrici mondiali, anche se poi si sono rivelate entrambe estremamente carine e disponibili.
Quindi prima di tutto i ringraziamenti a Denise di Reading is Believing, Veronica di She was in Wonderland e Juliette di Sweety Readers. Seguite i link ai loro siti per trovare le altre domande poste a Jennifer Donnelly, Natasha Pulley ed in più potete trovare anche l'intervista di Katherine Rundell (a cui io non ho partecipato).

Iniziamo con la prima intervista a Jennifer Donnelly! Le mie domande vertevano sulla Waterfire saga di cui trovate QUI la recensione a Deep Blue, il primo libro della saga.

D- Hai scritto sia genere storico che fantasy. Qual'è il genere che per te è più facile scrivere? 

R- Trovo entrambi difficili. Scrivere per me è davvero difficile indipendentemente dall'argomento o dal libro in sé. È difficile. Anche quando scrivo romanzi del genere fantasy ci metto dentro molta storia vera e parte di me sta pensando di scrivere un romanzo storico. Si tratta di una specie di esercizio per scrivere fantasy. Per quanto riguarda i romanzi storici, io non c'ero, non posso sapere cosa esattamente sia successo. Quindi la risposta breve è che per me entrambi sono difficili da scrivere.
La stesura mi porta via un sacco di tempo. Probabilmente ho riscritto alcune parti delle bozze 20 o 30 volte quindi sì, è difficile.

Quindi non scrive mai in modo spontaneo? 

R- Sì, lo faccio. O meglio a volte scrivo in quel modo, ma ogni volta che rileggo sembra qualcosa di terribile quindi devo riscriverlo. Ci sono 5 o 6 bozze ufficiali ma molte più brutte copie e pagine su cui lavoro più e più volte.

D- Trovi più difficile scrivere di un mondo fantasy partendo da zero o ambientare un romanzo in una linea storica già ben definita? 

R- È un po' più facile creare una storia in un contesto storico già definito perché tutti ne conosciamo le regole; sai chi era vivo a quel tempo e sai per esempio che le persone non avevano il cellulare nel 1896, insomma conosci molte cose.
Quando ambienti un mondo fantasy, o meglio, quando io ho cominciato questo romanzo (riferito alla Waterfire saga) era come un test perché avrei potuto inventare qualsiasi cosa e questo fa un po' paura. Poi ho preso un bel respiro ed ho realizzato che è sì un mondo magico, ma ha comunque delle regole, deve avere della logica, deve avere senso. E così ho realizzato che dovevo stabilire le regole che lo rendessero logico e con un senso. É stato molto divertente perchè ho dovuto portare la mia immaginazione in questa sorta di gioco. In più non volevo fare la solita storia di sirene a cui siamo abituati dove ci sono le ostriche parlanti o sirene con il costume da bagno sempre a pettinarsi i capelli. Volevo che avessero una vita vera come facciamo noi con problemi e difficoltà. In pratica essere semplicemente come noi.

D- Nella Waterfire saga, ha una sirena preferita? 

R- Sì, Astrid, la difficile. La combattente dal carattere difficile. Sento che è molto vicina a quello che sono io caratterialmente.

D- In Deep Blue, hai posto l'accento sul tema dell' inquinamento. É molto importante per te? 

R- È estremamente importante, perdo il sonno pensandoci. Leggo articoli al riguardo di quanto gravemente stiamo danneggiando gli oceani, o di come la barriera corallina stia morendo. Quindi, sì, spero di parlare ai bambini attraverso questi libri e fargli amare il mare e le creature che lo abitano. Credo che stia a noi adulti far imparare queste cose ai bambini e dovremo insegnare che tutto ciò che accade nel mare è terribile. Dovremo insegnargli l'importanza di amare l'oceano, fargli amare le sue creature. Questo è il mio obiettivo ed è molto importante per me.

Il messaggio è arrivato forte e chiaro!


Qui la foto dell'incontro con Jennifer Donnelly. Siamo da sinistra: Io, Juliette, Denise e Veronica


Le pillole sull'autrice non sono riguardo ai suoi libri (di cui potrete trovare più informazioni negli altri blog) ma sulla persona di Jennifer come persona autrice:
  • All'autrice piace molto la storia, passa ore ed ore a divorarsi libri di storia per poter creare i suoi romanzi. Jennifer è una persona molto pigra a cui piace molto la lettura in generale e non ha altri hobby se non quello di leggere, un amore nato sin da bambina.
  • La prima persona che legge la prima stesura del libro è sua figlia tredicenne, successivamente il marito, poi l'agente ed infine l'editore;
  • In uno dei suoi libri cita spesso Jane Austen, ma è un'autrice con cui non sente molta affinità. Come modello preferisce invece le sorelle Brontë;
  • Se non avesse potuto diventare scrittrice, sarebbe stata molto molto infelice. In alternativa le sarebbe piaciuto fare l'investigatrice forense;
  • Se ha un blocco dello scrittore, il che accade, cerca di cambiare punto di vista. Per esempio se è al computer prende una penna e scrive. Inizia ad analizzare cosa c'è che non va, cosa non riesce ad esprimere e rispondendo a quelle domande poi la storia continua a prendere forma;
  • La cosa che mi ha colpita di più è stata quando ha parlato della sua esperienza di autrice e di come ha avuto difficoltà inizialmente ad emergere nel mondo dell'editoria. Nessuno voleva pubblicarla, ma il suo agente aveva fiducia in lei e dopo un periodo buio e di depressione, finalmente una casa editrice l'ha pubblicata. L'autrice ha detto "Non è sicuro che qualcuno vi pubblichi, ma c'è una sola persona che può impedirvi al 100% di essere pubblicati. Quella persona siete voi." Un meraviglioso invito a tutti gli aspiranti scrittori a non mollare.


Continuiamo con l'intervista con Natasha Pulley, autrice di L'orologiaio di Filigree Street^^ Potete trovare la mia recensione al libro QUI. Attenzione, c'è una domanda molto bella, ma che contiene uno spoiler. Io vi ho avvisato

D- Perchè ha scelto per Mori un polpo come animale domestico?

R- Volevo davvero dargli un animale da tenere in casa, Mori è un uomo veramente molto solo. Sembra irrealistico che non abbia un animale, ma è allo stesso tempo è molto smemorato quindi non credo che si ricorderebbe di dare da mangiare a un cane o un gatto. Volevo qualcosa che fosse tipicamente giapponese e il polpo è davvero molto menzionato nella letteratura e nell'arte nipponica. Ma il polpo è ottimo anche perché è morbido ed inizialmente non era fatto per essere meccanico. Nella bozza originale Katsu era un vero polpo però l'ho cambiato perché forse non sarebbe sopravvissuto.

D- Confrontandoci fra noi lettrici, siamo rimaste molto sorprese dal rapporto tra Mori e Thaniel nel libro. Perchè hai scelto di parlare di un amore omosessuale? 

R- Perchè no? Questa è la vera domanda. Perchè in una storia moderna devi sentirti obbligato a tenerti incollato ad un modello di relazione tradizionale e vecchio quando ci sono molti altri tipi di relazione che esistono oggi. Penso sia molto restrittivo dire "oh sì tu dovresti tenerti a questi canoni.." Perchè non fare qualcosa di leggermente diverso e questo non sarebbe il primo romanzo ad avere una storia omosessuale. In molti libri e in molte situazioni storiche vere ci sono amori omosessuali basti pensare che nell'Iliade, Achille era gay.

D- All'inizio del libro Grace non vuole essere coinvolta nel movimento delle suffragette. Perché hai fatto questa scelta dato che lei è una donna e una scienziata e più in generale un personaggio dal carattere forte? 

R- All'inizio ho pensato che lei dovesse entrare nel movimento delle suffragette, ma poi ho iniziato a leggere del tipo di cose che queste donne discutevano nel movimento ed erano davvero stupide. Spesso si trovavano insieme e parlavano dei capelli dei politici o dei loro baffi o se la loro testa era troppo grossa o se il naso era troppo lungo. Erano davvero cose molto molto molto stupide.
Ovviamente c'erano anche donne che parlavano in modo molto sensato ma c'erano anche queste cadute nel nonsense assoluto. Credo che in questo periodo in particolare, prima di essere suffragette queste persone erano suffragiste cioè una versione molto più moderata. Queste non sono le persone che saltavano di fronte alle forze dell'ordine e bruciavano cose, ma sono più le persone da tea party. Quindi in molti modi è molto più un movimento linguistico e penso che molte donne all'epoca, quelle veramente forti, non vi avrebbero partecipato.

D- Come descriveresti il tuo libro in tre parole per le persone che ancora non lo hanno letto? 

R- Certo! Steampunk, storico e magico.

Eccoci nel dopo intervista con Natasha Pulley. Da sinistra io, Denise, Natasha Pulley e Juliette

Ecco invece alcune pillole riguardo al libro "L'orologiaio di Filigree Street" raccolte durante l'incontro con tutti i lettori:

  • La storia si basa su avvenimenti veramente accaduti all'epoca. L'esplosione di Scotland Yard è avvenuta davvero, tanto che al giorno d'oggi se si passa davanti alla celebre stazione di polizia la dicitura è: New Scotland Yard;
  • Anche alcuni dei personaggi usati nel libro sono veramente esistiti come Dolly Williamson o Sei. Per quanto riguarda la bambina, è stata davvero una bambina abbandonata, chiamata così da un orfanotrofio. Natasha ne ha trovato la descrizione facendo ricerche per il suo libro ed il vero nome di Sei era Charlotte;
  • Inizialmente il libro doveva essere ambientato in periodo di guerra e Mori avrebbe dovuto essere un fornitore di armi, ma l'autrice aveva in testa questa idea degli orologi. Scoprì il periodo storico giusto, quando scoprì che solo nel 1800 gli orologi furono considerati abbastanza precisi ed affidabili da poterci costruire bombe;
  • I personaggi nipponici nel libro, da Mori a Hito a tutto il villaggio giapponese, non sono fuori luogo a Londra. Nel 1884 infatti si stava tenendo nella città un'esposizione giapponese che sarebbe durata qualche anno. In una zona vicino al parco di Kensington c'era una via dove si erano stabiliti tutti i giapponesi legati a questa esposizione;
  • L'elemento fantasioso del potere di Mori, non è fuori contesto per l'epoca. Vi erano molte credenze popolari che parlavano di magie e quindi non è sbagliato aver inserito questo elemento che sembra stonare nel romanzo storico;
  • Il personaggio di Grace nasce perché Natasha voleva una donna nel libro, che fosse una scienziata. Qualcuno da contrapporre alla magia di Mori. Nel 1884 c'erano 9 donne iscritte a Oxford.
Come ho già detto all'inizio del post, le due scrittrici sono state molto disponibili e molto carine durante tutta l'intervista ed è stato un vero piacere fare queste interviste. Spero di ripetere l'esperienza l'anno prossimo e magari riuscire a fare ancora più interviste.

2 commenti:

  1. Oddio, ancora più interviste? Sei instancabile :D
    Spero ci sarai anche l'anno prossimo ^.^

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    1. Magari spero di poter prendere ferie da lavoro il venerdì (e soprattutto farle prendere a quello stacanovista del mio ragazzo) in modo da farmi tutte e tre le giornate :3 Speriamo di rivederci per la prossima edizione <3

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