ottobre 04, 2016

Dragonero, il risveglio del potente - Luca Enoch

Fiiinalmente dopo settimane sono riuscita a finire Dragonero! Hip hip urrà :3
Vi sto tediando da molto tempo con Dragonero e con il fatto che non riuscivo ad andare avanti con la sua lettura e puntualmente prendevo altri libri da leggere per svagarmi un po'. Finalmente l'ho concluso e adesso posso farne la recensione :3

Titolo: Dragonero - Il risveglio del Potente
Saga: Dragonero #2
Autore: Luca Enoch
Anno di pubblicazione: 2015
Casa editrice: Mondadori
Genere: fantasy, avventura

Trama:

La nostra storia inizia nel santuario di Rupescissa. Un giovane mago novizio di nome Arzhel si appresta per la prima volta a meditare in presenza della reliquia dell'ordine dei Luresindi. 
Nessuno può immaginare quale sia l'effetto di questa visita. Arzhel mentre sta ammirando la reliquia si rende conto di cosa effettivamente è questo oggetto nascosto da vari incantesimi potenti di camuffamento; si tratta di un piccolo drago bianco. Questo cucciolo instaura immediatamente un legame con il giovane e si risveglia. Si tratta di un drago molto particolare, un Potente, ovvero un drago capace di comandare sugli altri della sua specie. 
A causa di questo suo risveglio un drago risponde al suo richiamo e attacca la fortezza di Rupescissa, mentre tutti gli anziani Luresindi cercano di riportare il piccolo drago bianco allo stato di incoscenza.
Purtroppo un'altra minaccia incombe sugli uomini a causa del risveglio del drago: cinque ombre elfiche ritornano sulla terra per cercare il signore dei draghi e porgere a lui i loro servigi, uccidendo chiunque tenti di ostacolarli.
Ad aiutare le persone a Rupescissa interviene l'anziano mago Alben che chiede l'aiuto di Ian, un Valiedarto, ovvero un cacciatore di draghi.
Ad Ian e alla sua compagnia viene assegnato il compito di portare il Potente oltre la Cintura della Tempesta, il luogo dove sono confinati tutti i draghi, prima che il cucciolo di drago bianco cresca ed inizi a richiamare altri della sua specie...


Giudizio 2 su 5:

"Ma lo sapevi che Dragonero è tratto da una storia a fumetti vero?"
Così ha esordito un mio compagno di avventura di Dungeons & Dragons quando gli ho detto che ero molto indietro con la lettura di questo libro e dentro di me mi sono detta che finalmente cominciavo a capire alcune scelte fatte nel libro.


La scrittura di questo libro è stata molto strana per me e sulle prime non riuscivo a capirne il motivo. La prima parte del romanzo è stata pesante in quanto ci sono state moltissime e minuziose descrizioni che hanno rallentato la lettura. Più volte ho dovuto fare una pausa da questo libro perché mi stavo annoiando e vedevo che non riuscivo ad inserirmi nell'avventura.
Diciamo che l'autore si è dilungato moltissimo in spiegazioni tecniche, descrizioni che mi hanno portata ad immaginare questo mondo fantastico di maghi, elfi, draghi e quant'altro, purtroppo a farne le spese sono stati gli approfondimenti sui personaggi. Tralasciando Ian che è il protagonista e più o meno riusciamo ad entrargli in testa, ho trovato gli altri personaggi molto piatti, vengono presentati e gli viene data una personalità di base ma non ho trovato altro. In ogni caso di questi ne farò una piccola analisi dopo.
Tornando alla scrittura del romanzo, quando ho saputo del fatto che il progetto originale di Dragonero è in fumetti ho subito pensato che l'autore avesse calcato così tanto sulle descrizioni per poter eguagliare la sensazione che si ha guardando una delle tavole del fumetto stesso. Ovviamente guardando un'immagine si ha immediatamente chiara l'ambientazione, mentre in un libro è logico che bisogna dedicarci un po' di tempo, ma trovo che in questo caso sia stato esagerato soprattutto all'inizio.
Vorrei portare inoltre alla luce il fatto che in un paio di occasioni ci siano dei salti nella storia. Quello che ho trovato più eclatante è stato tra il settimo ed il nono capitolo che riporto brevemente. Nel settimo capitolo i viaggiatori del nuvolante, l'aeronave della sorella di Ian che li sta portando oltre la Cintura della Tempesta, si accampano in un deserto e si raccontano una storia, quella delle Lame Erranti. Questi oggetti giganti sono stati in grado i radere al suolo un'intera città nell'arco di una notte e sono quindi leggendarie e pericolose. Purtroppo non appena finito di raccontare questa storia, Sera l'elfa nota che ci sono proprio quelle lame attorno a loro e che stanno puntando nella loro direzione e qui finisce il capitolo.
Il capitolo successivo è dedicato al Alben e alla sua lotta con gli elfi spettri, e il nono capitolo? Mi aspettavo una rocambolesca fuga da queste lame malvagie, invece no. Il capitolo si apre con l'equipaggio già a bordo del nuvolante e hanno passato il pericolo delle lame, solo dopo viene raccontato in poche righe come sono scampati al pericolo. Perché?
Dovrebbe essere un fantasy con un po' di azione, ma a che pro dedicare un capitolo ad incutere il terrore di queste fantomatiche lame nel lettore e poi liquidarlo in quattro e quattr'otto? Non ne vedo il senso e a questo punto posso dire che era una parte di descrizione a mio avviso superflua.
In sostanza per quanto riguarda la scrittura diciamo che non è male, con vocaboli anche tecnici e ricercati per quanto riguarda la descrizione del nuvolante, però non posso definirla scorrevole per le molte descrizioni e salti temporali che rallentano la lettura.

Veniamo ora alla sezione dei personaggi.

Come ho già detto, Ian è il protagonista di questa storia. Si tratta di un Valiedarto appartenente ad un'antica casata di cacciatori di draghi. All'inizio della storia uccide subito un drago mentre subito dopo si trova a fare da scorta proprio ad uno di essi e grazie a questo suo "legame" con i draghi riesce in qualche momento ad entrare in sintonia con il potente.
Ian, quando non è in missione per l'Impero, vive con un'elfa di nome Sera e un orco di nome Gmor che litigano sempre ed incarna il classico cavaliere isolato e tormentato. Ha un carattere piuttosto chiuso ma dimostra affetto per i suoi compagni di avventura e per la sua sorellina Myra, ed è tormentato perché la sua spada racchiude tutti gli spiriti dei draghi che ha ucciso e quando la estrae egli riesce a sentirne le voci e il peso delle loro morti.
Durante il viaggio stabilisce un contatto sia con Mahsēnā-Adhēśa, il potente, sia con Arzhel il mago che lo ha risvegliato e lo sta tenendo sotto controllo fino al momento di liberarlo al confine con le terre dei draghi. Ian inizia a provare attrazione per quel giovane mago, seppur maschio e questo gli da un ulteriore tormento.

Arzhel invece ha un ruolo marginale fino a metà libro. Sembra molto tranquillo, ma nasconde in se un grande potere, tanto grande da poter tenere sotto controllo un drago. Non vi posso spoilerare cosa succede nella seconda parte del romanzo altrimenti rovinerei la sorpresa, dico solo che il mago nasconde un grande segreto e mi sarebbe piaciuto approfondire molto di più la sua conoscenza dopo che questo è stato svelato. Invece gli eventi si susseguono e nessuna traccia di approfondimento su di lui fino alla fine del libro, dove poi non c'è più stato il tempo per conoscerlo.

Myrva la sorella di Ian, facente parte della Gilda dei Tecnocrati, ovvero una super esperta di tecnologia. Personalmente me la sono immaginata come una piratessa steampunk per tutte le invenzioni che tira fuori al bisogno, dolce ma risoluta e decisa. Myrva è il mio personaggio preferito del libro semplicemente perché è una donna con gli attributi.

Gmor e Sera i due coinquilini di Ian. Sera è un'elfa, ma come carattere mi ha ricordato un po' una pixie, sempre attiva solare ed energica mentre Gmor è il migliore amico di Ian e non è il classico orco. Gmor spesso è la voce della ragione per il Valiedarto e mi piace il fatto che sia un orco di cultura a cui piacciono tanto i libri. Un orco molto particolare.

La storia in sé non mi è dispiaciuta ma non mi ha nemmeno entusiasmato. Diciamo che ho trovato alcune parti troppo noiose, mentre le parti più di azione e mistero sono state descritte troppo velocemente. Adesso non vi posso spoilerare troppo, ma vi posso dire che la parte finale del libro mi è piaciuta molto perché c'è stata un'escalation di eventi che è stata molto carina. Diciamo che mi sarebbe piaciuto approfondire alcuni dettagli nelle parti d'azione ma tutto sommato la fine non era male.

In conclusione ho deciso di dare due tazze al libro perché mi sono piaciute piaciuta l'ambientazione e la parte finale ma ho fatto molta fatica ad assorbire tutte le informazioni in eccesso che non mi sono servite nell'avventura (esempio delle lame). Ho trovato del buon materiale in questo libro ma non è stato di mio gusto. Il voto rappresenta la mia opinione personale ovviamente (accidenti mi sento sempre in colpa a dare voti bassi u.u), infatti per le recensioni che ho potuto vedere su Amazon a molti il libro è piaciuto.

Un consiglio per la lettura: personalmente avevo inserito questo titolo nella mia WL perché mi ispirava molto la trama e, lo ammetto, anche per la bellissima copertina. Qualche mese fa, dalla mia WL pubblica alcuni amici me lo hanno regalato per il compleanno insieme ad altri libri.
Non sapevo nulla dei fumetti e neanche del primo libro della saga Dragonero in quanto nel sito che consigliava questo titolo, non c'era menzione che facesse parte di una saga.
Dato che su Amazon i voti per questo libro sono molto alti, riassumo le parole di uno degli utenti che ha lasciato un feedback: per chi ha già letto Dragonero in fumetto, nessun problema, ma per chi è novizio a questa saga meglio iniziare a leggere i fumetti e poi prendere Dragonero - La maledizione di Thule, il primo libro della saga scritto da Stefano Vietti. Anche se Il risveglio del potente non è un seguito del primo libro, ci sono comunque delle cose che vengono date per scontate.

-fine recensione-

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